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Covid hospital, Lopalco: “Lerario operava ai margini della legalità”

BARI – “Emiliano era sempre lì, quindi era come se era lui il direttore dei lavori. Chiunque mastichi di amministrazione pubblica non può immaginare che lo decida un dirigente o un funzionario. È un indirizzo politico che viene dato. Emiliano già da allora voleva un ospedale più duraturo”. Covid hospital in fiera del Levante a Bari. Le parole sono quelle che Antonio Mercurio, ex responsabile dei lavori, ha fornito alla trasmissione Report di Raitre proprio sui presunti costi lievitati per la realizzazione della struttura, dismessa dal primo settembre scorso e che costa alla Regione Puglia ancora 110mila euro al mese. L’appalto, da 9,8 milioni di euro, è arrivato a costare 25 milioni. Su questo verte anche l’indagine della procura del capoluogo che ha portato a dicembre 2021 all’arresto dell’ex numero uno della protezione civile, Mario Lerario (condannato per corruzione a cinque anni e quattro mesi). E proprio Lerario, secondo la ricostruzione di Report, “avrebbe operato ai margini della legalità” come ha sostenuto alle telecamere Rai, l’ex assessore alla sanità, PierLuigi Lopalco. E dunque dai 9,8 milioni messi a base d’asta per l’ospedale si è arrivati a 23 (che diventano 25 con le spese accessorie). Il tutto sfruttando le procedure di emergenza: “All’inizio – racconta Mercurio e – volevano 80 posti, poi sono diventati 155. Poi li volevano con i bagni in camera, due armadietti, la mensa. Poi le sale ricreazione, volevano la sala per gli uffici…”. E quando il giornalista chiede a Mercurio se le disposizioni le firmava tutte lui, il dirigente si defila: “Mi facevano la delibera di giunta Emiliano, quello ci dava i soldi e noi facevamo il progetto e poi… non è che… io lo firmavo però la firma mia valeva carta straccia se non me lo firmavano Lerario o Emiliano”.

 

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