BRINDISI – Ribaltando la sentenza di primo grado, la Corte d’Appello di Lecce ha assolto per insussistenza del fatto l’imprenditore brindisino Teodoro Barretta, il commercialista Gianluca Alparone e l’imprenditore svizzero Carlo Scribani Rossi. I tre erano stati condannati in primo grado, dal Tribunale di Brindisi, a due anni di reclusione. L’accusa per tutti era di esterovestizione.
La vicenda era quella relativa a tre rimorchiatori (lo Scapino, l’Indipendence e il Victory) che la società armatrice di Barretta, con sede in Portogallo, aveva noleggiato, secondo l’accusa, per operare di fatto in territorio italiano evadendo l’imposta sui redditi per circa 160 mila euro.
Il collegio di difesa, composto dagli avvocati Massimo Manfreda (per Teodoro Barretta), Luca Lauri (per Carlo Scribani Rossi) Ladislao Massari (per Gianluca Alparone), con il supporto tecnico del dott. Massimo Mangiameli, ha dimostrato la l’effettiva esistenza e operatività della società operante in Portogallo. Per la giurisprudenza che va sempre più affermandosi è infatti necessario e sufficiente che le aziende o le società che si stabiliscono all’estero non siano fittizie e tanto certamente non era nel caso esaminato.
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