BARI – Non solo mazzette in contanti. Nell’inchiesta sulle presunta corruzione e turbativa d’asta nella AslBari che martedì scorso ha portato all’arresto di dieci persone tra imprenditori, dirigenti e funzionari pubblici dell’azienda sanitaria, è emerso che le tangenti non venivano pagate solo in contanti (rigorosamente sotto vuoto per non dare nell’occhio con il volume, in buste, porta documenti, cartelline, borse e copispalla appesi agli attaccapanni), ma anche in borse firmate (Chanel, Hermes, Dior, Gucci e Luis Vuitton) acquistate dagli imprenditori su specifica segnalazione, gioielli (soprattutto Cartier) e ristrutturazioni in casa.
Proprio come è avvenuto come è avvenuto per l’appartamento che Nicola lacobellis, dirigente della Asl finito in carcere, e la moglie Paola Andriani (da martedì ai domiciliari) dovevano sistemare in lungomare Starita, in zona Faro. “Fammi capire una cosa – diceva lei al marito il 29 febbraio – abbiamo ancora degli sponsor o andiamo di tasca nostra?”. Lui rispondeva: “Per le lampade si”. E lei: “Resta fuori il divano…”. Stando a quanto ricostruito, Cataldo Perrone – imprenditore titolare della Perrone Global Service, finito in carcere – avrebbe pagato alla coppia una porta blindata, porte d’interno e elementi d’arredo.
Dal sistema accertato da gdf e procura di Bari emerge anche l’uso frequente di falsi documenti utili a non far perdere denaro agli imprenditori e, di conseguenza, ai loro referenti nella Asl. Emblematica la vicenda della sistemazione delle canne fumarie del Di Venere: «È un lavoro finanziato con fondo straordinario – spiega Iacobellis – e doveva concludersi entro il 31 dicembre 2023”. Ma in estate il cantiere era ancora aperto e così, conclude il pubblico ufficiale della Asl, “d’accordo con l’ingegnere, dichiareremo che lo sono”.
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