TRANI – Sono 32 i rinvii a giudizio chiesti dal sostituto procuratore Marcello Catalano per un sistema di corruzione tra Carabinieri, agenti della Polizia Penitenziaria e pregiudicati in azione tra Bari e BAT. La maxi inchiesta della Procura della Repubblica di Trani si estende su un periodo che va dal 2011 al 2019, durante il quale sarebbero stati commessi furti e rapine tra le due province, con vantaggi economici reciproci tra forze dell’ordine corrotte e malviventi.
Decisiva in tal senso la posizione di Tommaso Nuzzi, pregiudicato di Corato che nel frattempo è diventato collaboratore di giustizia. Dalle sue rivelazioni, sono emerse le responsabilità di tre militari dell’Arma dei Carabinieri, un luogotenente e due vice-brigadieri in attività tra le compagnie di Molfetta e Corato, un assistente capo della Polizia Penitenziaria in servizio presso il carcere di Trani e numerosi pregiudicati già noti alle forze dell’ordine.
Tra i rinvii a giudizio, spicca quello di Flavio D’Introno, già noto per il cosiddetto sistema Trani. Già detenuto per usura e accusato di concorso in corruzione di atti giudiziari, l’imprenditore di Corato ha patteggiato 2 anni e 6 mesi di reclusione ma sarebbe coinvolto anche nei furti e nelle rapine con altre undici persone tra Bari, Trani e la stessa Corato.
La rete illecita è stata favorita direttamente dagli agenti corrotti, che segnalando i propri turni di servizio notturni permettevano ai malviventi di agire indisturbati in cambio di 500 euro per ogni colpo messo a segno. A ciò si sono aggiunti, negli anni, omissioni di atti d’ufficio e favori personali all’interno del carcere di Trani.
Le 32 persone rinviate a giudizio dovranno attendere l’udienza preliminare del 22 febbraio presso il Tribunale di Trani davanti al giudice per le indagini preliminari Ivan Barlafante.
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