Sembra una brutta storia senza fine quella che lega gli agricoltori ad alcuni consorzi di bonifica pugliesi. Kche andrà ad incidere sull’annualità 2017 per imprenditori con terreni che ricadono nell’area del Consorzio Stornara e Tara.
“Gli importi sono quasi triplicati, stiamo vivendo un insensato accanimento nei confronti degli agricoltori, già alle prese con i rincari stratosferici energetici, dei concimi e dei mangimi animali” spiegano il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro e Carmine Palma, componente della consulta sui Consorzi di bonifica commissariati. Chi, dunque, si era trovato a pagare 1000 euro per l’annualità 2016 sta per ricevere o ha già ricevuto per l’annualità successiva (2017) una richiesta di oltre 2.500 euro circa. La questione riguarda migliaia di piccoli e medi imprenditori agricoli che – stando ai dati raccolti da Confagricoltura – non hanno mai ricevuto nessun beneficio dalle opere consortili.
“Sino ad oggi abbiamo – precisano – compiuto un’opera di mediazione con i consorzi ma oggi è impossibile anche solo giustificare l’ingiustificabile. Come organizzazione di tutela degli agricoltori useremo tutti mezzi a nostra disposizione per difendere gli iscritti e tutti gli imprenditori del territorio che oggi si sentono ‘al muro’ e spremuti come limoni”.
L’aumento si va a sommare agli effetti della decisione del commissario unico dei consorzi di bonifica Arneo, Ugento Li Foggi, Stornara e Tara e Terre d’Apulia che il 14 ottobre scorso ha determinato di procedere al recupero delle annualità a partire dal 2018. L’importo complessivo è di circa 50 milioni di euro. Si tratta nell’85% circa dei casi di importi per annualità tra 50 e 70 euro. Per le grandi aziende, invece, il conto è più salato: di media 1000 euro, in alcuni casi 10mila.
“Lo ripetiamo – dicono – gli imprenditori non hanno ricevuto alcun beneficio dai consorzi di bonifica. A nostro parere questi tributi non sono dovuti e i Tribunali ci stanno dando ragione, le contestazioni delle aziende che stiamo seguendo sono state vinte davanti al Giudice Tributario con condanna per i Consorzi a pagare le spese. Gli enti, e in primis la Regione Puglia, si devono fare carico del problema per evitare pericolose chiusure aziendali con conseguenti e drammatiche perdite di posti di lavoro”.
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