“Siamo alla fine della storia, la sanità pugliese specie per le emergenze è finita. Questo va spiegato ai cittadini. Nel settore del 118 la nostra Regione ha a disposizione 300 medici a fronte dei 530 che sarebbero necessari. E allora che si fa? Diminuiamo le postazioni e le accorpiamo. Risultato: chi ha un arresto cardiaco in corso, un ictus, e si trova a molti chilometri di distanza dal pronto soccorso non ha chance di vita. In tutte le province si riducono le ambulanze medicalizzate”.
Lo sostiene Giacomo Conserva, capogruppo della Lega in Regione Puglia, che aggiunge. “Taranto, come sempre, è la cenerentola della sanità: la legge nazionale prevede un medico di emergenza del 118 ogni 60mila abitanti, m ormai siamo lontani da questo obiettivo. Come si sa, mancano medici in tutti i settori, dagli specialisti ai medici convenzionati sino ai medici di base”.
“Il contratto 118 ha un problema aggiuntivo, è poco appetibile e svantaggioso a fronte di tanta possibilità di lavoro per i medici nel settore privato che paga molto meglio. Dicano che si intende abbandonare la sanità pubblica alla deriva puntando su quella privata in modo strisciante”, conclude Conserva.
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