Il salario minimo fissato per legge in maniera uguale per tutti è una proposta semplicistica che non solo non risolverebbe il problema del lavoro povero, ma lo aggraverebbe. Si tratta di una proposta che tende a disintermediare le relazioni industriali, partendo dal presupposto, sbagliato, che la legge può fare meglio della contrattazione collettiva e delle Parti sociali.
E’ questa la chiara posizione di Confartigianato a livello nazionale, sostenuta a livello provinciale dal Segretario Fabio Paolillo con un esplicito invito ai sindacati a porre l’attenzione nel non commettere l’errore di mettere sullo stesso piano i contratti pirata con i contratti di qualità, ignorando che nel nostro Paese il contenuto protettivo dei contratti collettivi di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative è fra i migliori del mondo. Abbiamo già condizioni e strumenti per sostenere i redditi e migliorare la produttività, i nostri contratti offrono tutele collettive e sistemi di welfare integrativi. Un vero e proprio patrimonio che sta continuando a fornire, i questi lunghi momenti di difficoltà, i necessari supporti ai lavoratori ed alle imprese, soprattutto nei territori dove il welfare pubblico è carente.
Temiamo fortemente che imponendo per legge il salario minimo ci troveremo inevitabilmente di fronte ad una fuga dalla contrattazione collettiva da parte delle imprese, con effetti negativi sia sulle tutele che sullo stesso livello dei salari. Inoltre, porrebbe inevitabilmente il tema della sua indicizzazione, evocando l’inizio di una nuova scala mobile. Come Confartigianato ci chiediamo se davvero l’Italia ha bisogno della nazionalizzazione delle relazioni industriali.
Se approfondiamo poi il settore dell’artigianato e delle piccole imprese, vediamo che la contrattazione collettiva definita dalle Organizzazioni più rappresentative, come la Confartigianato, oltre a determinare salari assolutamente rispettosi dell’art. 36 della Costituzione, è anche lo strumento che ha consentito di individuare soluzioni su misura per le esigenze organizzative e di flessibilità di imprese appartenenti a settori e con mercati spesso estremamente diversi fra di loro, assicurando, nel contempo, importanti tutele collettive ai lavoratori, anche attraverso il proprio consolidato sistema di bilateralità. Un sistema che funziona, sia per le imprese che per il lavoratore, da decenni. Quindi l’invito che facciamo al modo sindacale ed alla politica è quello di favorire la valorizzazione della contrattazione collettiva, e come Confartigianato siamo sempre pronti a discuterne, anche a Taranto.
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