“Costruiamo l’inclusione: il progetto di Social Aut aps” è il tema dell’incontro in programma sabato 2 marzo alle 18 nella cornice del Chiostro dei Carmelitani a Nardò.
Dopo i saluti Istituzionali del sindaco di Nardò Pippi Mellone e della vicesindaca Maria Grazia Sodero, introdurrà Emanuela Ingusci, presidente dell’associazione Social Aut aps, psicologa, docente di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni presso l’Università del Salento. A moderare l’incontro Paola Martino, capoufficio Servizi per l’Inclusione presso l’Università del Salento.
L’iniziativa si svolge con il patrocinio del Comune di Nardò, dell’Università del Salento e dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Regione Puglia.
Sono previsti interventi di Chiara Pellegrino, psicologa e psicoterapeuta presso “l’Adelfia”; Luigi Russo, dirigente psicologo presso l’U.O.C. Servizio di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Taranto; Flavia Lecciso, psicologa, docente di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione presso l’Università del Salento. Seguirà la presentazione dei progetti di Social Aut per il 2024, a cura di Elisa De Carlo, psicologa; Annalisa Levante, psicologa e ricercatrice in Psicologia dello Sviluppo; Chiara Martis, psicologa.
Gradita ospite sarà Patrizia Ventura, neuropsichiatra infantile presso il Policlinico di Bari e dottore di ricerca in neuroscienze applicate, che svolge attività di ricerca sui temi dell’autismo ed è componente del direttivo della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza (Sinpia).
Serate di gioco condiviso, laboratori creativi, attività all’aperto, progetti su misura volti a promuovere le interazioni e le relazioni tra coetanei, sono alcuni dei progetti che ha in cantiere Social Aut, mettendo a disposizione riconosciute competenze. Un modo concreto e pragmatico per contribuire a ridurre le barriere sociali attraverso occasioni di condivisione che costituiscano il terreno fertile per la reale inclusione.
“AUT”, spiega Emanuela Ingusci, presidente dell’associazione, “significa Autismo ma anche Autonomia, in termini di consapevolezza e di maturità di apprezzare i diritti ma soprattutto, comprendere i doveri che ‘vivere in società’ comporta e che, purtroppo, sono oggi stati sacrificati sull’ara dell’individualità, della materialità e dell’egoismo”.
Il progetto nasce dalla acquisita consapevolezza, come genitori “speciali” o “atipici”, che le carenze sociali e le difficoltà relazionali sono alcune delle cause di sofferenza e di devianza delle nuove generazioni, sia per i ragazzi a sviluppo tipico che, in maniera più rilevante, per i ragazzi con disturbo dello spettro autistico. “Occorre però imparare ad educare all’autonomia”, afferma ancora Emanuela Ingusci, “e tale percorso formativo vale in primis per chi come noi, genitori, docenti, professionisti delle relazioni d’aiuto, familiari e caregivers, sente come prioritaria la responsabilità sociale di educare e di educarsi”.
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