“Dopo la ripartenza si stagliano, nello scenario politico tarantino, due fattori essenziali: i numeri e il tempo. Il primo è la soglia dei 17, che è sia la quota necessaria al sindaco di Taranto per continuare ad amministrare la città, sia quella che serve ai partiti di opposizione per “staccargli la spina”. Il secondo, il fattore tempo, scandisce il conto alla rovescia rispetto a una data, il 24 febbraio, che consentirebbe ai tarantini di tornare alle urne nel giro di qualche mese, una volta sciolto il consiglio comunale, in maniera anticipata”. Lo dichiarano, per Italia viva, Massimiliano Stellato, presidente regionale e consigliere comunale, Carmen Casula, capogruppo, Fabio Galli e Francesco Basi, rispettivamente presidente provinciale e cittadino del partito.
“E poi ci sono due categorie politiche: maggioranza e opposizione – continuano -. Nel 2022, i risultati elettorali hanno posto all’opposizione i partiti del centrodestra con alcuni civici, in maggioranza quelli che hanno sostenuto Melucci fino a portarlo ad una vittoria schiacciante. Oggi, invece, all’opposizione si sono posti anche tutti i partiti del fronte progressista che sottoscrissero il programma elettorale Ecosistema Taranto che anche Italia Viva sottoscrisse con i dirigenti del partito, allora incaricati”.
”Nel mezzo, c’è il nostro gruppo consiliare, da più parti ritenuto “ago della bilancia”. Oltre al noto posizionamento centrista, il nostro gruppo consiliare sta “nel mezzo” perchè, a differenza degli organismi di partito, il nostro gruppo consiliare non ha sostenuto in origine l’affermazione elettorale dell’attuale primo cittadino, salvo poi sottoscrivere il suo programma elettorale e determinarne la sopravvivenza alla guida della città, quando i numeri dell’originaria maggioranza non sono risultati sufficienti per l’approvazione dei bilanci dell’Ente civico”, aggiungono.
“La crisi politica, cominciata dalla presa di posizione dell’amministrazione comunale contro la volontà della Regione Puglia, per blindare a Taranto lo svolgimento dei Giochi del Mediterraneo, non è risolta ed è destinata a perdurare. Le nomine compiute dal sindaco, ancorché incomplete, della giunta e della governance delle società partecipate non segnano un incisivo, auspicato, cambio di passo. E, sia chiaro, nessuna nomina prodotta può definirsi come “riconducibile” nè ai consiglieri comunali del nostro gruppo nè al partito di Matteo Renzi”, spiegano.
”Il fronte progressista che, all’inizio della crisi politica, ha utilizzato il nostro gruppo consiliare e il nostro partito come pretesto per criticare l’operato di Melucci, appare oggi più disteso nei nostri confronti, almeno stando agli ultimi comunicati stampa. Più volte è stata chiesta la ricostituzione della maggioranza originaria dove, è utile ribadirlo, Italia viva già c’era sia dal punto di vista elettorale che politico-programmatico. A ogni buon conto, poi, anche il gruppo consiliare di Italia viva ha convintamente sottoscritto il programma Ecosistema Taranto, a cui ha fatto seguito un documento politico che approvava il nostro ingresso in maggioranza”.
”Ora, per risolvere questa perdurante crisi politica, si pongono davanti a noi tre strade. La prima: sostenere l’amministrazione comunale senza i partiti delle forze progressiste. La seconda: accodarci a tutti coloro che, dall’opposizione e dai fuoriusciti della maggioranza, hanno deciso di interrompere questa esperienza amministrativa. La terza, forse più ragionevole, metterebbe nuovamente assieme Italia Viva e tutte le forze progressiste, a sostegno di Melucci. A oggi, la situazione politica a Taranto è ancora molto complessa, ma non perduta. Sempre che i partiti vogliano provarci, mettendo la città prima dei rancori e dei risentimenti.
È giunto, ormai, il momento di imboccare una di queste strade. Noi, non aspetteremo per molto tempo ancora.
Siamo già in cammino”, concludono Stellato, Casula, Galli e Basi.
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