Cresce la preoccupazione in Puglia per l’arrivo massiccio di arance contaminate dalla Citrus black spot, nota come “macchia nera”, malattia fungina altamente infettiva per gli agrumi. L’allarme arriva da Coldiretti Puglia, che riporta i dati del sistema europeo Europhyt Interceptions: solo tra luglio e dicembre 2024 sono stati identificati 31 carichi infetti dal Sudafrica, 9 dallo Zimbabwe, 3 dall’Argentina, 1 dall’Uruguay e 1 dall’Eswatini.
Il nuovo regolamento UE 505/2025, entrato in vigore il 1° aprile 2025, proroga fino al 31 marzo 2028 le misure temporanee contro l’ingresso del fungo dagli stessi Paesi, ma Coldiretti chiede un rafforzamento dei controlli e misure più incisive. “La Puglia non può permettersi l’invasione di altri virus alieni” – denuncia il presidente Alfonso Cavallo – “Le nostre imprese agricole vivono ogni anno un incubo fatto di concorrenza sleale, crollo dei prezzi e rischi ambientali.”
Tra le fitopatie sotto osservazione, oltre alla black spot, vi sono la Tristeza degli agrumi (Citrus tristeza virus) e il mal secco (Plenodomus tracheiphilus), tutti agenti patogeni che hanno già causato danni estesi in diverse regioni.
Coldiretti mette in discussione il sistema di controllo dell’Unione Europea, giudicato inefficace: “Le barriere colabrodo dell’UE permettono l’ingresso di materiale vegetale infetto, mentre i nostri produttori affrontano procedure lunghe e complesse per esportare”.
Nel mirino anche l’importazione di agrumi con foglia, spesso privi del regolare passaporto verde, veicolo diretto di infezioni. In provincia di Taranto, dove si concentra il 9% delle imprese agroalimentari joniche, si producono ogni anno 1,9 milioni di quintali tra clementine, arance e mandarini. A Foggia, la produzione supera i 103mila quintali in una zona storicamente a rischio idrogeologico.
Coldiretti chiede un piano straordinario per l’agrumicoltura pugliese, con sostegno al reddito e strumenti di difesa fitosanitaria, un cambiamento nelle politiche europee e l’avvio di una task force nazionale. L’obiettivo è coniugare innovazione tecnologica, agricoltura di precisione e nuove tecniche genetiche green no OGM per fronteggiare le nuove sfide climatiche.
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