BARI – Resta in carcere Giacomo Olivieri, l’ex consigliere regionale pugliese arrestato lo scorso 26 febbraio per scambio elettorale politico-mafioso ed estorsione nell’ambito dell’inchiesta ‘Codice interno’, che ha svelato presunti legami tra mafia, politica e imprenditoria a Bari. A deciderlo è stato il gup di Bari Giuseppe De Salvatore, che ha respinto la richiesta di sostituzione della misura con i domiciliari presentata dai giorni scorsi dai suoi avvocati, Gaetano e Luca Castellaneta che però già annunciano che impugneranno il provvedimento. I legali sottolineano che Olivieri si trova da otto mesi detenuto “in regime di massima sicurezza AS3” e che per lui erano stati chiesti i domiciliari con braccialetto elettronico, ma il gup ha ritenuto di confermare il carcere dato il suo “perdurante attivismo” in politica e la vicinanza “ad un personaggio inserito in un contesto delinquenziale di tipo associativo mafioso”.
Nel primo caso il gup fa riferimento a Michele Nacci, a processo con Olivieri e candidato nel 2019 al consiglio comunale di Bari in ticket con Maria Carmen Lorusso, moglie di Olivieri e a sua volta imputata. Nel secondo caso il riferimento è ad Angelo Falco, pluripregiudicato con precedenti per associazione mafiosa a cui, nel 2023, Olivieri avrebbe proposto affari illeciti. Olivieri è accusato di aver favorito l’elezione della moglie al consiglio comunale di Bari nel 2019 comprando voti dai clan Parisi, Montani e Strisciuglio. Nelle prossime ore è prevista una nuova udienza del processo in cui è imputato insieme ad altri 108 con rito abbreviato.
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