ROMA – È sul presunto incontro tra il sindaco di Bari, Antonio Decaro, e il boss mafioso Massimo Parisi che si è concentrata l’audizione di Giulia Romanazzi, presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Bari, chiamata a riferire nell’ambito dell’inchiesta “Codice Interno” che un mese e mezzo fa ha svelato un sistema di voto di scambio politico-mafioso alle elezioni comunali di Bari nel 2019. La presidente avrebbe spiegato di “non avere elementi per poter dire come mai l’ipotesi relativa all’intervento di Decaro nell’assunzione di Parisi sia stata archiviata. La domanda – ha continuato – bisognerebbe farla all’ufficio inquirente”. I fatti sui quali sono stati chiesti chiarimenti sono quelli contenuti nel decreto che ha messo in luce la presenza della criminalità organizzata all’interno dell’organigramma di Amtab, l’ex municipalizzata barese dei trasporti. Il primo a intervenire è stato il vicepresidente della commissione, l’azzurro Mauro D’Attis, che avrebbe chiesto chiarimenti su quanto era stato raccontato dal pentito Nicola De Santis nel corso di un interrogatorio con le forze dell’ordine. Per il tribunale, ha evidenziato Romanazzi, il responsabile dell’area soste gestito da Amtab nel 2018 “è stato considerato vittima del reato di estorsione dal clan Parisi. Il sistema – ha proseguito – era quello delle assunzioni pilotate, arbitrarie e illegali. Il tribunale – ha precisato Romanazzi – ha appreso che alcuni dipendenti erano, anche all’attualità, ancora in forza all’Amtab”. Alle domande dei membri della commissione, la magistrata ha scelto di rispondere in forma segretata.
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