FRANCAVILLA – Grande soddisfazione per il trionfo della serie italiana The good mothers, vincitrice del primo Berlinale Series Award, la sezione del Festival cinematografico di Berlino dedicata alle serie tv. Lo spunto di partenza è la vera storia di Lea Garofalo e delle donne che si sono ribellate alla ‘ndrangheta, il cast vanta, tra gli altri, le straordinarie Gaia Girace, Valentina Bellè, Barbara Chichiarelli, Simona Di Stefano e Micaela Ramazzotti per la regia di Julian Jarrold e di Elisa Amoruso. Le sei puntate saranno disponibili su Disney Plus a partire dal prossimo 5 aprile.
Uno dei motivi di soddisfazione è che il montaggio dell’opera è stato realizzato da una francavillese doc, Irene Vecchio, da anni residente a Roma . “The Good Mothers, che ha vinto ieri sera a Berlino, è non solo una bella serie d’autore, è anche una serie necessaria in questo periodo storico – esordisce raggiante la Vecchio -, perché parla della forza e del coraggio delle donne calabresi, figlie della ‘ndrangheta che subendo da anni abusi, botte ed umiliazioni, decidono di ribellarsi e diventare testimoni di giustizia, in nome di una vita migliore e diversa per i propri figli. Alcune di loro sacrificano la vita per questo desiderio profondo di libertà. Altre sopravvivono, ma con tantissime difficoltà. La serie è una co-produzione Inghilterra Italia e sarà disponibile dal 5 aprile su Disneyplus. Io ho avuto l’onore di essere nella squadra di montaggio di questa serie, ho montato le ultime due puntate, quelle decisive in cui tutti i nodi vengono al pettine”.
E pensare che i suoi esordi sono stati dall’altra parte della telecamera, tanta gavetta soprattutto a teatro con incursioni in cinema e tv; poi la folgorazione per l’arte del montaggio. “Mi sono avvicinata a questa arte/mestiere nel 2009, quando recitavo in teatro; in una pausa tra una tourné e l’altra ho frequentato un corso intensivo di montaggio cinematografico avid e teoria del linguaggio. Ho sempre avuto una forte curiosità per tutto quello che accadeva al di là della macchina da presa. La regia, la fotografia e il montaggio erano completamente oscuri, avevo solo una vaga idea di cosa potesse essere. In quel corso ne ho veramente capito la potenza. Ho toccato con mano la possibilità di scrivere una storia con le immagini. Il mondo del documentario poi, da questo punto di vista, mi ha regalato tanta libertà di espressione. Ma anche la finzione non è da meno. E così travolta da questo colpo di fulmine, in pochi anni ho avuto la fortuna di fare tanti lavori belli e formativi. Come Spin Time di Sabina Guzzanti, presentato al festival di Venezia un paio di anni fa, o Bellissime e Chiara Ferragni Unposted entrambi di Elisa Amoruso, presentati il primo alla Festa di Roma il secondo sempre a Venezia o il documentario sull’Amica Geniale, che segue le protagoniste nel loro sogno e nella loro vita reale di Clarissa Cappellani.”
Le chiediamo un’anticipazione sui prossimi impegni a breve termine, su cui Irene si sbilancia ma non troppo: “Attualmente sto lavorando con Mimmo Calopresti, al suo ultimo docufilm e a breve inizio un’opera prima di finzione, una commedia coraggiosa di un giovane autore”. Con la certezza che saprà contribuire a nuovi successi con la sua dedizione e la sua maestria, lei che può ormai considerarsi un orgoglio ed un’eccellenza francavillese.
Nella foto, Irene Vecchio insieme al marito Nicola Moruzzi, regista, al Festival di Venezia.
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