Incertezza e confusione regnano sui prezzi delle uve. Per quanto riguarda quelle a bacca rossa, in particolare, non si riesce a stabilirne il prezzo di vendita.
C’è chi parla che di 40 euro al quintale anche se si saprà qualcosa di più nella prossima settimana. Ciò vorrebbe dire che non saranno coperti neppure i costi sostenuti per la coltivazione e relativa raccolta. Si prospetta un’annata come quella dell’anno scorso che ha comportato addirittura maggiori spese rispetto alle entrate.
Al momento però i grandi acquirenti di uve rosse sono fermi. Non c’è prezzo né ci sono contratti già sottoscritti. Fa eccezione solo il mercato delle uve Chardonnay con il prezzo che oscilla tra le 70 e le 80 euro a quintale.
“Il mercato è stagnante a causa della crisi economica e per via delle giacenze – dichiara il presidente regionale e vicepresidente nazionale CIA Gennaro Sicolo – Ai produttori di uva da tavola verranno proposti prezzi al di sotto dei costi. La stagione dal punto di vista commerciale sta partendo con il piede sbagliato. L’attuale situazione può destabilizzare il futuro di tante aziende”. Nell’area di Taranto e di Brindisi nessuno al momento intende sbilanciarsi sui prezzi ma si teme una forte speculazione, considerato che sulla carta i quantitativi dovrebbero essere inferiori alle attese e probabilmente minimi, oltre al fatto che i mercati di Bari e di Foggia sono ancora fermi.
In particolare nell’area metropolitana di Bari e della provincia di Barletta-Andria-Trani, la vendemmia è partita in ritardo e dunque non ci sono i prezzi di riferimento. Si aspettano informazioni più attendibili alla fine della prossima settimana.
Nel Salento si cercano soltanto uve di ottima qualità mentre le altre non verrebbero neppure ritirate.
Nell’area della Capitanata, si registrano ritardi nella maturazione dei grappoli precoci di circa una settimana e dunque non sono state neppure avviate le contrattazioni.
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