2 aprile 2017, pomeriggio storico per i colori gialloblù. Il 6-1 sul Bitonto al “Monterisi”, in uno scontro diretto thriller alla penultima giornata tra la prima e la seconda di Eccellenza, chiuse con un gran lieto fine il primo vero capitolo della favola Audace Cerignola. L’agognato ritorno in Serie D dopo 17 anni di campionati regionali sembrava già poter essere l’apice di una nuova storia. Nel 2017 la città sognava la quarta serie, oggi un ricordo già da tre stagioni: nella mente dei tifosi aleggia la seconda lettera dell’alfabeto, quella Serie B da sempre proibita, mai soltanto sfiorata, un calcio considerato di altro livello, ora mai così vicino. Era di un altro livello lo stesso Avellino, saldamente in Serie B mentre Di Rito e Loiodice trascinavano il Cerignola alla vittoria della massima divisione pugliese. Oggi il duello serrato per conquistarla, o riconquistarla, quella cadetteria, paradiso per chi vanta il proprio blasone ma anche per chi tra i professionisti è ancora una bella e gradita novità.
Quel 2 aprile come un turning point verso trionfi e traguardi unici in 113 anni di pallone ofantino. Comunque finirà la battaglia con gli irpini, per l’Audace sarà la stagione più importante dal 1912 ad oggi: mal dovesse andare, il secondo posto, da blindare soltanto con la matematica, sarebbe il più importante piazzamento di sempre tra i professionisti, oltre a valere l’accesso ai quarti di finale playoff, soltanto sfiorati nel 2023 in quel clamoroso derby dello “Zaccheria”, anch’esso considerato un teatro dei sogni irraggiungibile prima che affrontare i cugini del Foggia diventasse una consolidata e vincente abitudine.
Parte, dunque, dalla festa di otto anni fa quel sogno che oggi tiene imbambolata una città di 60mila abitanti, chissà se questa volta, come allora, sarà lieto fine.
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