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Foto: Audace Cerignola

Cerignola, il 2024 tra conferme e nuove ambizioni

L’anno del decennale con la famiglia Grieco al timone, dalla Prima Categoria alla Serie C come mai era accaduto nell’ultracentenaria storia gialloblù, l’anno della consacrazione tra i professionisti, dell’abbandono definitivo dell’etichetta di matricola, ormai un vecchio ricordo. Il 2024 del Cerignola tra fantastici sogni, una solida realtà e la coscienza del punto in cui, dieci anni fa, tutto ebbe inizio. 2024 partito da Messina, così come sarà per il 2025, in situazioni totalmente differenti, un successo tirato, il 2-1 del 7 gennaio, ma senza continuità nelle successive settimane: con Ivan Tisci alla guida, da quel momento in poi, una sola vittoria fino alla separazione dell’11 marzo. L’arrivo di Giuseppe Raffaele, in piena sintonia col ds Di Toro, rappresenta la svolta, tecnico siciliano capace di rivoltare come un calzino una squadra imborghesita e depressa, reduce da un digiuno di vittorie di nove gare senza precedenti nell’era Grieco, portandola dal 14esimo posto della 32esima giornata al settimo posto finale, cavalcata conclusa da imbattuta, al secondo turno playoff, con l’amaro pareggio a reti bianche di Caserta.
Poche settimane prima, nel derby vinto contro il Foggia allo “Zaccheria” il 21 aprile con annesso terzo tempo di festeggiamenti di rientro al “Monterisi”, il Cerignola di Raffaele aveva dato un primo assaggio della sua forza, mostrando tratti caratteristici di quella squadra che oggi spaventa le blasonate del Girone C.
E’ stato anche l’anno delle dolorose separazioni e dei nuovi arrivi: gente che va, D’Ausilio, D’Andrea, ma soprattutto Malcore e capitan Allegrini, colonne del rinascimento gialloblù delle ultime stagioni; gente che resta, quel Galo Capomaggio sempre più patrimonio; gente che viene, bomber Salvemini, il brillante Paolucci, l’atteso e ancora inespresso Parigini ma soprattutto Cuppone, primo giocatore acquistato dal club, nella sua storia, pagandone a peso d’oro il cartellino. Proprio lui, capace di spostare gli equilibri di una stagione partita tra sogni e certezze, il più grande investimento svanito soltanto alla quarta giornata per un infortunio al ginocchio che grava, inevitabilmente, sul quinto posto attuale.
Una squadra bella, a tratti bellissima, divertente, sprecona ma capace di dimostrare la sua forza, il 30 novembre, sul campo della capolista Benevento, oggi avanti di cinque punti. Una squadra conscia delle sue possibilità, che sogna in vista di un 2025 in cui coltivare sogni e ambizioni, anche quelli praticamente inimmaginabili soltanto poco tempo fa.

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