Una donna di 100 anni è stata operata per una frattura al femore nel Reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce, diretto dal Dott. Giuseppe Rollo. Gode di buone condizioni di salute e la settimana scorsa è tornata a casa, circondata dall’affetto dei suoi cari.
La frattura del femore è sempre un evento doloroso e complesso a qualunque età ma nell’anziano, ed in particolare nei centenari, può essere fatale. A complicare la situazione della signora, il fatto di non voler ricevere, per ragioni religiose, trasfusioni di sangue, spesso necessarie nel corso dell’intervento chirurgico e durante la degenza post operatoria.
“La frattura di femore è la frattura più comune nell’anziano. Rappresenta un evento grave, con una mortalità significativa nei pazienti anziani. Nella maggior parte dei casi, dopo un intervento di protesi, si rendono necessarie trasfusioni di sangue post-operazione. In questo caso la paziente, perché testimone di Geova, rifiutava le trasfusioni. L’intervento è stato possibile grazie alla collaborazione di un team multidisciplinare composto, oltre che dall’ortopedico, dall’anestesista, dall’ematologo, dal geriatra, dal fisioterapista e dagli infermieri. Essenziale, infatti, è stata la preparazione della paziente con farmaci che aiutano il midollo osseo a produrre una maggior quantità di globuli rossi, un’attenta emostasi durante l’intervento, la possibilità di eseguire il recupero intraoperatorio del sangue. Tutto questo in tempi molto stretti per cercare di eseguire un trattamento chirurgico tempestivo per ridurre e minimizzare le complicanze quod vitam, allo scopo di rimettere in piedi il prima possibile la paziente. Il paziente anziano è considerato un soggetto fragile, quindi in ogni intervento chirurgico, anestesia e assistenza infermieristica deve essere personalizzata in base alle condizioni cliniche del paziente e, come in questo caso, anche alle richieste personali” – spiega il Dott. Paolo Pichierri, chirurgo dell’équipe che ha eseguito l’intervento.
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