Si è svolto nella giornata di martedì 4 aprile, in Regione Puglia, l’incontro sulla vertenza ex Cementir di Taranto alla presenza della Task Forse regionale, delle organizzazioni sindacali CGIL CISL UIL, dei rappresentanti di Confindustria Taranto e di quelli di CemItaly, prima Cementir. Un tavolo definito di monitoraggio sullo stato della vertenza e degli eventuali sbocchi possibili al fine di un’auspicata reindustrializzazione dello storico cementificio.
”Purtroppo, non sono emersi elementi tesi ad avvalorare le dichiarazioni che alcuni organi di stampa avevano riportato tempi addietro. Parliamo della possibilità di un’economia circolare da loppa di altoforno prodotta da Acciaierie d’Italia, nell’impegno, si leggeva, di far ripartire il cementificio ionico”, afferma Pietro Pallini, Coordinatore provinciale UIL Taranto.
Nel corso dell’incontro non sono emersi dettagli rassicuranti sulla possibilità che il sito industriale di CemItaly risulti tra quelli candidati al progetto Hydrogen Valley. Delle 26 realtà produttive che hanno chiesto di riconvertire su hub a idrogeno, 23 hanno concorso entro i termini previsti, mentre 5 sono aziende e progetti finali ammessi all’agevolazione concedibile nel limite di 40 milioni di euro. «Quanto queste iniziative possano nei fatti coinvolgere i lavoratori CemItaly in futuro, purtroppo, ancora non è dato saperlo» afferma Pallini.
«Come UIL – commenta il Coordinatore della UIL – restiamo fortemente preoccupati sul futuro di questi lavoratori. Sono 45 le famiglie di lavoratori appartenenti a CemItaly con un ammortizzatore sociale, (CIGS per transizione occupazionale) che ne sta permettendo il minimo sostentamento, tuttavia in scadenza al 15 settembre 2023. Il tempo non è dunque dalla nostra parte sebbene la disponibilità della Regione Puglia e della Task Force Lavoro per la convocazione di un tavolo d’incontro prossimo finalizzato alle politiche attive da mettere in campo per la formazione mirata di questi lavoratori».
E ancora: «Ci batteremo affinché la transizione occupazionale non diventi “disoccupazionale” per i lavoratori di CemItaly Taranto e non solo. La transizione occupazionale affinché sia tale deve vedere profondere ogni sforzo, ai limiti dell’impossibile. Da quello istituzionale e politico a quello di tutti i soggetti in campo, per dare un futuro a tutti lavoratori coinvolti in crisi complesse come questa e per non infrangere il principio stesso della norma.
«Siamo difronte a un numero di vertenze del territorio e per portata, che necessita anche convergere su strumenti paritetici, a carattere straordinario; che monitorino gli insediamenti futuri sul territorio, li sostengano, e attuino le robuste politiche di riqualificazione professionale necessarie per il loro sviluppo. Questa è la forma di transizione occupazionale che la UIL immagina e che non lasci indietro nessuno», conclude Pallini.
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