ORIA – Sulla riapertura al pubblico del Castello di Oria, Antenna Sud, già a fine gennaio, aveva espresso dubbi e perplessità che, a distanza di neppure due mesi, sono state confermate e cristallizzate in un comunicato stampa firmato da Emanuela Romanin, ovvero, via Borgo Immobiliare, la proprietaria del maniero.
La cui fruizione pubblica, a questo punto, resta un miraggio, piuttosto che “un obiettivo concreto che stiamo perseguendo con impegno e professionalità”. Così scrisse il sindaco Cosimo Ferretti in un post dello scorso 14 gennaio commentando con entusiasmo l’esito della Conferenza di servizi che ora viene fortemente criticato in maniera ufficiale dalla stessa proprietà.
“Il verbale conclusivo della Conferenza di Servizi – ammette la Romanin – ha sollevato serie preoccupazioni riguardo alla sostenibilità economica del progetto di riapertura del Castello di Oria. Vincoli e limitazioni imposte all’uso commerciale degli spazi, alla forma di gestione degli accessi, unitamente agli elevati costi di gestione e manutenzione, mettono a rischio la fattibilità a lungo termine del modello di business proposto”.
Castello Svevo: “Forme di sudditanza imposte dal Suap”
Il riferimento è a quei vincoli già rilevati da Antenna Sud – “No a matrimoni e feste private. Neppure a Capodanno. Figuriamoci a Pasqua o a Natale!” – per cui “la riapertura del Castello svevo al pubblico sembra ancora piuttosto lontana, difficile, complessa”.
Quella che all’epoca poteva sembrare una deduzione, appare, oggi, come una mesta verità. Ed è un peccato. Come puntualizza la Romanin, “Il progetto per la riapertura del castello di Oria, presentato dalla Borgo Immobiliare srl, propone di valorizzare il patrimonio culturale locale attraverso un’ampia gamma di attività. Dalle semplici visite guidate ai tour immersivi; dalle gite scolastiche organizzate in sincronia con le altre risorse del territorio alla fruizione attraverso realtà virtuale e tecnologie digitali; dalle stagioni teatrali agli eventi dedicati e tanto altro, alternando fruizione statica e fruizione dinamica con installazioni multimediali, ologrammi interattivi e installazioni immersive, fino alla musealizzazione con l’esposizione di 792 reperti archeologici, 1298 corniole, 5000 monete antiche, mirando a trasformare Oria in un importante attrattore culturale. Il progetto è stato supportato ed ha ricevuto il plauso della Soprintendenza”.
Cosa è andato storto, quindi? Ancora una volta, certificando come vere le “indiscrezioni” riportate da Antenna Sud a gennaio, “Le limitazioni imposte all’uso degli spazi per eventi e attività commerciali accessorie, come il divieto di eventi non culturali e la limitazione della superficie per la ristorazione, e più grave ancora, iter di autorizzazioni che sottendono forme di “sudditanza” imposte dal Suap, hanno tuttavia rappresentato un freno significativo alle potenziali entrate. La conservazione del patrimonio storico e archeologico – spiega la Borgo Ducale – richiede standard elevati, con conseguenti costi di manutenzione, sicurezza e personale specializzato, significativi investimenti di marketing e adeguamento delle infrastrutture”.
L’inquietante passaggio sulla “sudditanza” imposta dagli uffici meriterà, più avanti, di essere approfondito. Nel frattempo, la famiglia conferma come le trattative tra privato e pubblico abbiano ad un certo punto subito una brusca frenata.
“Il verbale conclusivo della conferenza di servizio ha anche e soprattutto posto un freno al dialogo aperto e costruttivo che sino a quel momento pareva essersi instaurato tra le parti. La riapertura del Castello di Oria può rappresentare una opportunità unica. Rafforzare l’identità locale attraverso le proprie tradizioni culturali e, al contempo, aprirsi a relazioni con altre realtà può rappresentare un’opportunità unica. Creare una rete di attività, associazioni, realtà commerciali e di servizi potrebbe fungere da infrastruttura per la crescita turistica e culturale del paese, generando un impatto economico condiviso e generale di cui tutta la città potrebbe beneficiare. Solo con una visione condivisa e la volontà di superare gli ostacoli – chiosa la Borgo Immobiliare – sarà possibile garantire un futuro sostenibile con il Castello di Oria per il territorio”. Insomma, modi e tempi per rimediare forse ci sono ancora. Speriamo bene.
Castello Svevo, cosa scrisse Antenna Sud
In chiusura, giova ancora ricordare la posizione di Antenna Sud che, già in tempi non sospetti, scriveva:
“Il parere legale acquisito dal Comune e riportato nel verbale precisa che “Gli eventi che potranno trovare ingresso all’interno del Castello saranno quelli con stretta attinenza allo scopo e obiettivo perseguito con l’attività museale. Restano fuori tutti quei momenti di aggregazione feste non attinenti alla nuova destinazione d’uso del Castello: feste nuziali, capodanni e/o ricevimenti che presuppongono finalità differenti dal Museo”. Di più: “Gli eventi culturali dovranno essere pianificati e realizzati in un numero di date certamente inferiore rispetto all’attività e alla destinazione principale. Che queste prescrizioni possano andare bene alla Borgo Immobiliare, al netto delle strette di mano buone per i titoli e le speranze.. beh, resta un sogno. Bello, bellissimo. Eppure, al momento, tutt’altro che concreto. Almeno con questo iter che ha prodotto il post del sindaco, ma anche il no comment di tante altre parti in causa”.
Ad oggi, a parte la Borgo Ducale, tutte ancora mute. Aspettiamo fiduciosi un cenno da Palazzo di Città e da parte dell’amministrazione. In fondo, per quanto il Castello resti “privato”, l’argomento meriterebbe una presa di posizione chiara da parte di chi amministra la Cosa pubblica.
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