ORIA – Sulla riapertura al pubblico del Castello di Oria, meglio: sull’iter burocratico finalizzato alla Impossible Mission, il sindaco Cosimo Ferretti prova a fare chiarezza difendendo l’operato del Suap, bacchettando la famiglia Romanin cui, comunque, tende la mano, e controbattendo alle forze di opposizione definite “ignoranti”. Insomma, il clima è teso, la situazione complicata, ma Ferretti offre nuovi spunti di riflessione.
“In merito agli innumerevoli articoli apparsi sulla stampa in questi giorni sul tema Castello, ritengo di dover fare chiarezza: Io e la mia amministrazione non abbiamo frapposto nessun ostacolo alla sua riapertura e non abbiamo espresso nessuna contrarietà alla realizzazione al suo interno di feste nuziali e ricevimenti. Siamo stati sempre disponibili al dialogo con la proprietà e continueremo ad esserlo. L’iter della conferenza di servizi preliminare che si è concluso a gennaio di quest’anno è un passaggio meramente amministrativo, scaturito dalla volontà manifestata dalla proprietà del Castello di abbandonare il progetto a suo tempo proposto all’amministrazione Carone e di voler evitare la deroga allo strumento urbanistico ed il conseguente passaggio in Consiglio Comunale. A fronte di questa richiesta e della presentazione da parte della proprietà di un semplice studio di fattibilità, gli uffici comunali si sono subito prodigati per studiare tutta la questione (piuttosto complessa, visti anche i pregressi abusi edilizi, i procedimenti penali, le sanatorie e le sentenze del Giudice amministrativo sulla vicenda) al fine di dare risposte certe circa le attività economiche che è possibile intraprendere nel Castello, nel rispetto della normativa vigente e senza dover ricorrere alla deroga o variante dello strumento urbanistico del Comune di Oria. Per dare ancora più forza a questo procedimento di studio, proprio nell’ottica di venire incontro alle esigenze rappresentate dalla proprietà, si è anche dato mandato ad un professore di diritto amministrativo dell’Università “Aldo Moro” di Bari che ha espresso sulla questione un parere legale pro veritate”.
Castello Svevo, accordi e disaccordi
Proprio il parere legale aveva messo nero su bianco nel verbale della Conferenza di servizi diverse restrizioni evidentemente contrarie alle aspettative della Borgo Immobiliare. Ciò nonostante, proprio il sindaco, il 14 gennaio, aveva commentato il risultato ottenuto, rivendicando anche il lavoro dell’amministrazione. Ora, il passo indietro.
“Il procedimento si è concluso con il verbale di chiusura della conferenza di servizi preliminare del 14 gennaio 2025 alla quale hanno partecipato unicamente enti (quali la Soprintendenza, Il Comando Vigili del Fuoco e la ASL) e gli uffici comunali competenti, ma non il Sindaco e/o altri organi politici in quanto esclusi dalla legge in questa fase, lo ripeto, meramente amministrativa. Sarebbe bastato che i rappresentanti di quelle forze politiche dell’opposizione che con comunicati strampalati hanno accusato questo Sindaco di incontri segreti e trattative con la proprietà avessero letto il suddetto verbale (pubblicato all’albo pretorio con tutti i documenti allegati e visionabile da tutti i cittadini) per evitare di fare la figura degli “ignoranti”. Ma si sa è più facile fare propaganda a basso costo che leggere, informarsi e dire la verità ai cittadini! Se avessero letto il verbale, i suddetti rappresentanti politici avrebbero anche appreso che la conferenza di servizi si è conclusa favorevolmente avendo accolto quasi tutte le richieste della proprietà. Ivi si è affermato, infatti, che ad oggi è possibile nel Castello aprire un Museo con visite a pagamento, un bookshop e una sala multimediale annessi, una caffetteria con uno spazio all’aperto di circa 200 mq., un ristorante con una sala per i tavoli dell’ampiezza di 250 mq. e capienza di non meno 100 coperti, nonché realizzare eventi con connotazione culturale, quali convegni, spettacoli teatrali e musicali, cinema e sfilate di moda. Non è possibile, al momento, realizzare nel Castello le semplici feste che non hanno connotazione culturale, ossia le feste di capodanno e le feste nuziali. E ciò non perché la mia amministrazione non voglia, ma per il semplice fatto che non sono previste dal nostro strumento urbanistico”.
Castello Svevo, le possibili soluzioni
E ancora, il sindaco spiega qual è il problema e, pure, quali le soluzioni possibili.
“Sappiamo benissimo che in altri Castelli d’Italia si organizzano cerimonie nuziali e feste ma, evidentemente, sono ubicati in comuni che hanno uno strumento urbanistico che, a differenza del nostro le consente. Noi non siamo contrari alle feste e ai matrimoni nel Castello, ma per consentirle abbiamo davanti soltanto due strade:
- 1) approvare il nuovo Piano Urbanistico (la mia amministrazione ha già avviato la procedura e domani a Bari ci sarà la prima conferenza di copianificazione);
- 2) approvare una deroga allo strumento urbanistico in Consiglio Comunale.
Io ho già comunicato alcune settimane fa alla proprietà del Castello la disponibilità mia e della mia maggioranza a perseguire da subito la strada della deroga in Consiglio e, proprio per questo motivo, ho appreso con sorpresa e rammarico del comunicato stampa a firma della sig.ra Emanuela Romanin, rappresentante legale della Borgo Immobiliare, con il quale dichiara di non voler più proseguire nel progetto presentato di riapertura del Castello e, per giunta, attacca ingiustamente l’operato dell’ufficio SUAP, che si è adoperato sin da subito con la massima solerzia e professionalità per venire incontro alle esigenze della proprietà, nel rispetto della legge e dell’interesse pubblico, così come sempre si adopera per favorire l’imprenditoria nel nostro territorio e non certo per frapporre ostacoli all’iniziativa economica”.
Castello di Oria, “Pronti a valutare la deroga”
A parlare è sempre Ferretti. “D’altra parte, non si comprende per quale motivo la sig.ra Romanin, a distanza di due mesi e mezzo dalla conclusione della conferenza di servizi, abbia deciso di rivolgersi unicamente alla Stampa invece di inoltrare un’istanza scritta agli uffici per evidenziare eventuali illegittimità e chiedere la rettifica e/o l’annullamento degli atti che reputa lesivi dei suoi interessi ovvero di presentare nei termini di legge ricorso all’autorità giudiziaria”.
Ricorda il sindaco che “Certamente la proprietà del Castello è privata e il Sindaco non ha il potere, allo stato, di farlo riaprire se i legittimi proprietari non lo vogliono e decidono di abbandonare un progetto imprenditoriale. Così allo stesso modo, i privati proprietari ben sapevano quale era la destinazione urbanistica del Castello quando lo hanno acquistato e ben potevano valutare già all’epoca se questa era rispondente agli obiettivi di sfruttamento economico che si ponevano, sicché ora non possono pretendere che la politica sia prona a tutti i loro “desiderata” senza che questa debba porre condizioni a tutela dell’interesse pubblico. Ribadisco ancora una volta tutta la disponibilità al dialogo della mia amministrazione e della mia maggioranza, anche per valutare la possibilità della deroga/variante allo strumento urbanistico da sottoporre al Consiglio Comunale. In tal caso, qualora la proprietà dovesse avanzare una proposta e un progetto esecutivo (che, si ribadisce, ancora non c’è), sarà mia cura – promette il primo cittadino – avviare immediatamente il confronto in maniera trasparente, con il coinvolgimento di tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale e le associazioni del territorio”.
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