BARI – La data decisiva sarà quella del 2 maggio. Entro venerdì prossimo, infatti, il Tribunale del Riesame dovrà decidere se lasciare ai domiciliari Alfonso Pisicchio, ex assessore regionale all’Urbanistica, o rimetterlo in libertà. Nelle scorse ore il suo difensore, Salvatore d’Aluiso, ha ribadito l’insussistenza delle esigenze cautelari, spiegando che “non vi sia più il pericolo che possa reiterare reati simili a quelli che gli vengono contestati, così come invece ha ipotizzato la gip Ilaria Casu nel provvedimento di arresti domiciliari notificato il 10 aprile scorso. Il difensore, che ha anche depositato una memoria, ha sottolineato che i fatti contestati risalgono a quattro anni fa e oggi Pisicchio non ha più incarichi nella pubblica amministrazione dopo le dimissioni dall’Arti. Il pm Claudio Pinto ha invece insistito per il mantenimento della misura e quindi per il rigetto del Riesame. L’ex assessore è stato arrestato per corruzione e turbata libertà degli incanti in relazione alla gara d’appalto da 5,5 milioni per la gestione della riscossione dei tributi del Comune di Bari. I fatti risalgono al gennaio 2020. La gara sarebbe stata pilotata – secondo l’accusa – e in cambio Pisicchio e suo fratello Enzo (anche lui ai domiciliari, sarà interrogato il 2 maggio) avrebbero danaro, assunzioni, promesse di assunzioni e un finanziamento illecito per il loro partito per l’opera di intermediazione svolta
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