BARLETTA – Continuavano deliberatamente a gestire le società assumendo decisioni operative o esercitando attività di consulenza anche di ampio respiro. Ancora nell’occhio del ciclone l’azienda di cosmesi Chogan: il GIP di Trani ha aggravato la misura cautelare personale interdittiva, diventata arresti domiciliari, di due persone già indagate per reati tributari e precedentemente destinatarie di una misura cautelare personale in carcere e reale. A ciò si è aggiunto, nei loro confronti, un decreto di sequestro preventivo con l’accoglimento della richiesta della Procura di Trani, nuovo provvedimento dopo il precedente maxi sequestro di beni per 350 milioni di euro.
La gestione delle società del Gruppo è avvenuta anche dopo le misure adottate a seguito della precedente indagine curata dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Barletta, confermando una presenza costante e regolare dei soggetti nonostante le misure interdittive. La società per azioni coinvolta ha utilizzato, nel corso del 2023, fatture per operazioni inesistenti per una somma di oltre 4 milioni di euro.
Gli amministratori di fatto dell’impresa hanno poi emesso fatture false per un importo di 13,7 milioni di euro, avvalendosi di un regime agevolato pari al 18%, valido per i venditori porta a porta, invece dell’aliquota massima del 43% prevista per somme così elevate. Tra i destinatari della nuova misura restrittiva c’è ancora il commercialista della società, considerato il promotore della creazione del sistema fraudolento.
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