Dopo il saluto ufficiale domani 6 maggio la preziosa urna che custodisce le spoglie mortali di Sant’antonio Abate riprenderà la strada di ritorno in Francia scortata da una delegazione di laici carmianesi guidata da don Riccardo Calabrese che ha fortemente voluto la peregrinatio del reliquiario del Santo. L’urna con le reliquie del monaco anacoreta egiziano, proveniente dalla cattedrale di San Trophime ad Arles in Francia dove è custodita dal 1491, è giunta a Carmiano il 3 maggio per essere esposta alla venerazione dei fedeli in occasione dell’anno giubilare che commemora proprio il cinquantesimo anniversario dell’istituzione della parrocchia a Lui dedicata. È la quarta volta che il corpo di S. Antonio Abate tocca il suolo italiano, la prima nel 2006 a Novoli, nel santuario a lui dedicato, la seconda nel 2012 a Gubbio, la terza nel 2017 nella Basilica papale di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. A Carmiano da venerdì, dopo la gioiosa accoglienza da parte del nunzio pontificio, mons. Luigi Pezzuto, del clero e dei devoti, si stanno vivendo giorni intensi di fede e devozione davanti alla sacra urna in pieno raccoglimento solidale, nell’unità della comunità e nella condivisione della preghiera. La santità di Antonio, invocato per guarire dall’ergotismo – meglio conosciuto come fuoco di Sant’Antonio – ha attraversato i secoli e si irradiò in tutto il mondo cristiano, quando i suoi resti mortali furono traslati a Saint-Julien presso Arles (Francia), ove tuttora riposano nella pace del Signore. Carmiano ha avuto il privilegio di accoglierli e di custodirli per 4 giorni, rinnovando il patto d’amore che la lega al Suo Santo che gode di una venerazione tutta particolare che affonda le radici in antichi rituali che travalicano i canoni abituali.
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