“La scuola italiana non è in crisi per il solo voto in condotta. Eppure, il governo sembra voler far passare questo come una grande riforma. Una riforma a costo zero, senza investire nemmeno un euro in più sul sistema scolastico. L’attenzione è tutta concentrata sul voto in condotta: con un 5 si viene bocciati, con un 6 si viene rimandati. E così, secondo loro, i problemi della scuola sarebbero risolti. Ma davvero è così? Edifici scolastici fatiscenti, aule insufficienti e scuole senza palestre restano realtà quotidiane. Solo nell’ultimo anno, ci sono stati 69 crolli di strutture scolastiche”. A sollevare queste criticità è Loredana Capone, vicepresidente del Partito Democratico e presidente del Consiglio regionale della Puglia, con un post su Facebook.
Capone mette in evidenza anche un altro aspetto: i costi insostenibili per le famiglie. “A settembre, una famiglia media fatica ad arrivare a fine mese, con libri di scienze che costano 63 euro e eserciziari di latino a 43 euro. Libri che, spesso, cambiano ogni anno, così come gli insegnanti. Molte classi, infatti, al 26 settembre, sono ancora senza professori, soprattutto a causa del precariato. Gli insegnanti, precari o no, sono malpagati e privi di riconoscimento adeguato per il loro ruolo cruciale nella crescita dei giovani”.
A preoccupare è anche la mancanza di investimenti nella formazione e nell’apprendimento delle lingue straniere. L’Italia è tra le prime nazioni europee dove gli studenti faticano a parlare l’inglese. E intanto, in alcune scuole, i bambini devono portare la carta igienica da casa. “Non investire nella scuola”, conclude Capone, “è una scelta precisa: significa non investire nel futuro dei nostri ragazzi e, di conseguenza, dell’intera società”.
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