“Falcone e Borsellino-storia di un dialogo” si chiama così lo spettacolo teatrale che stamattina, alla Corte d’appello di Lecce, grazie al sostegno del Consiglio regionale, ha riunito decine di ragazzi delle scuole pugliesi per ricordare quel terribile 23 maggio di trent’anni fa.
Lo spettacolo porta in scena il testo teatrale di Maria Francesca Mariano, magistrato penale alla Corte di Assise di Lecce impegnata, fin dalla sua prima esperienza in Sicilia, nella lotta alla criminalità organizzata, ripercorrendo la vicenda umana e professionale di Falcone e Borsellino e raccontando, in tre quadri, il grande rapporto di amicizia che legava questi due grandi uomini ma anche la loro solitudine.
All’iniziativa erano presenti: la Presidente del Consiglio regionale della Puglia, il Presidente della Corte d’Appello, la Prefetta e il Sindaco della Città di Lecce.
“C’è stato un tempo in cui si diceva che la mafia non esisteva – è intervenuta la Presidente del Consiglio regionale in apertura – e fu proprio quello il tempo in cui Giovanni Falcone scelse di guardarla dritta negli occhi e scendere in campo in prima linea. Lo fece insieme a sua moglie, la giudice Francesca Morvillo, che con lui condivideva davvero tutto: il senso del dovere, l’amore, la paura di morire. Da quel giorno terribile sono passati trent’anni e se nel frattempo le Istituzioni hanno potuto sviluppare i giusti anticorpi per combattere le mafie è stato anche e soprattutto merito di tutte e tutti quei magistrati che con la loro lotta, il loro sacrificio, ci hanno insegnato che ci sono missioni di fronte alle quali non ci si può sottrarre, perché da queste dipende il futuro, soprattutto dipende il futuro dei nostri figli e dei figli dei nostri figli”.
“Ho riletto proprio ieri – ha aggiunto – l’intervista di Scalfari a Buscetta, il pentito che scelse di collaborare con Falcone dichiarandosi pronto ad affiancare lo Stato. Falcone sapeva a cosa sarebbe andato incontro, “cercheranno di distruggerla fisicamente e professionalmente” gli disse Buscetta. Ma lui non ebbe paura, non esitò un solo attimo ad andare avanti. E dopo quell’interrogatorio finalmente la mafia ebbe nomi, volti, gerarchie, famiglie, capi mandamento, capi famiglia, giuramenti, regole, simboli, codici. La mafia, in Sicilia, aveva un nome e quel nome era Cosa Nostra”.
“Oggi la mafia ha cambiato pelle – ha concluso – emerge chiaramente dall’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia, Cosa nostra, camorra e ‘ndrangheta lavorano costantemente per ampliare le proprie capacità di relazione e sempre più in sinergia con i colletti bianchi, sostituendo l’uso della violenza, con l’infiltrazione silenziosa nell’imprenditoria, dell’imprenditoria, nei settori produttivi, nell’accaparramento di fondi pubblici, e con il covid e l’arrivo dei fondi comunitari la tendenza pare essersi ulteriormente evidenziata. E allora, se la mafia è cambiata, anche gli strumenti si devono aggiornare. Perché nulla resti intentato, perché di quell’impegno vivevano Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, e per quell’impegno dobbiamo vivere noi, per le nostre ragazze e i nostri ragazzi, perché sappiamo che c’è solo una parte da cui stare ed è quella delle persone perbene”.
Interpretato dagli attori Marco Antonio Romano (nel ruolo di Paolo Borsellino), Mino Profico (in quello di Giovanni Falcone), Liliana Putino (nei panni di Agnese Piraino Leto e Maria Falcone) e Valentina Piccolo (in quelli di Francesca Morvillo), lo spettacolo è stato ‘adottato’ dal centro studi “Paolo Borsellino” di Palermo e ha visto come madrina per il suo debutto Rita Borsellino.
Una giornata con i giovani per i giovani insomma, è questo il programma della Presidente del Consiglio regionale pugliese che nel pomeriggio incontrerà gli alunni della scuola secondaria di Collepasso, in Provincia di Lecce, per la presentazione del volume “Conoscere la costituzione italiana, scritto dal sen. Alberto Maritati ed edito dal Consiglio nell’ambito della linea editoriale “Leggi la Puglia”.
“Perché il migliore antidoto alla mafia – ha commentato la Presidente – sono le regole e perché la retta via è già scritta, basta solo sognarla più forte e inseguirla”.
Ma le iniziative del Consiglio regionale non finiscono qui, tanti gli appuntamenti in programma per il trentennale delle stragi di Capaci e Via d’Amelio, tutti rigorosamente rivolti ai più giovani. Perché, come diceva Falcone, “gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.
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