BARI – Non una trasferta, bensì un’odissea. Un ultimo grande sacrificio al seguito del Bari, nella speranza possa essere ricambiato da un risultato positivo: saranno in 415 nel settore ospiti della Unipol Domus Arena di Cagliari, tanti quanti erano i biglietti messi a disposizione dal club sardo. Un impianto non così grande in termini di capienza, ma senza pista d’atletica e col calore del pubblico che si può sentire forte e chiaro. Ma questo non può certamente spaventare chi, per un anno intero e non solo, ha popolato i settori ospiti di tutta Italia. Verona, Frosinone, Parma, Genova, Modena, Cosenza, Ascoli…insomma, l’elenco è lungo. Ma parliamo in realtà di una storia che parte da lontano: dalla prima trasferta in Serie D, a Messina, la prima dopo l’ultimo fallimento societario. E poi Portici, Gela, Troina e tanti altri ancora, anche in Serie C. Un inferno che, come da recente comunicato del tifo organizzato, i tifosi baresi sanno cosa sia. Per arrivare nel capoluogo sardo, persino da altre parti d’Italia, adottate le soluzioni più disparate: chi in treno e poi col traghetto, chi in aereo e non necessariamente dalla Puglia. Per aria, per terra, per mare: tutto pur di rispondere presente e malgrado prezzi alle stelle, acquisti degli stessi biglietti possibili appena 24 ore prima e poco più dall’inizio della partita e necessità di essere lontani da casa anche per qualche giorno. La loro finale, in qualche modo, l’hanno già vinta. Il resto lo farà una città intera.
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