Brindisi, tentata estorsione in odor di Scu: quattro arresti

BRINDISI – La Polizia di Stato, all’esito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce e condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Brindisi e dalla SISCO di Lecce, con il supporto del Servizio Centrale Operativo, dalle prime luci dell’alba sta svolgendo un’operazione su diversi territori della Provincia di Brindisi, per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e varie perquisizioni nei confronti di quattro presunti esponenti della Sacra Corona Unita, della frangia del “clan dei mesagnesi”, ritenuti responsabili di tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un imprenditore.

Tentata estorsione in odor di Scu: l’operazione

Le indagini, a suon di intercettazioni e servizi di osservazione con telecamere, hanno documentato tre incontri che avrebbero dovuto portare alla consegna di 50mila euro (ma la richiesta originaria sarebbe stata di 200mila euro) oltre che all’assunzione di un uomo di fiducia degli indagati in una impresa appaltatrice di alcuni lavori stradali. La misura cautelare è stata emessa dal Gip Tea Verderosa su richiesta dal pm della Dda di Lecce Carmen Ruggiero.

Come spiega una nota stampa, “la Polizia di Stato, la scorsa notte, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Lecce, a carico di 4 soggetti ritenuti, allo stato del procedimento in fase di indagini preliminari, responsabili del reato di tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un imprenditore locale. In particolare, le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce e svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Brindisi e dalla S.I.S.C.O. di Lecce, con il supporto del Servizio Centrale Operativo, avrebbero consentito l’acquisizione di elementi investigativi in ordine all’avvicinamento di un locale imprenditore da parte di noti esponenti della Sacra Corona Unita, appartenenti al sodalizio criminale noto come “clan dei mesagnesi”, per il tramite del quarto destinatario del provvedimento coercitivo, sfruttando i pregressi rapporti di conoscenza intercorrenti tra quest’ultimo e la vittima”.

Tentata estorsione in odor di Scu: la collaborazione della vittima

“Ai fini dell’accertamento dei fatti – rimarca il comunicato – di fondamentale importanza è stata la collaborazione dell’imprenditore, il quale, nonostante la caratura criminale dei soggetti che lo avevano intimidito, si è rivolto agli investigatori della Polizia di Stato sporgendo formale denuncia. Gli elementi forniti dallo stesso, opportunamente suffragati da servizi di osservazione, anche mediante l’utilizzo di telecamere, nonché per il tramite di attività d’intercettazione telefonica, hanno permesso di cristallizzare il verificarsi di tre incontri, presso l’abitazione di campagna dell’intermediario, nel corso dei quali gli indagati hanno rappresentato all’imprenditore che per continuare a svolgere la propria attività lavorativa avrebbe dovuto corrispondere la somma di duecentomila euro oltre che assumere una persona da loro indicata, poiché anche loro “dovevano stare bene”. Il giorno fissato per la consegna di una prima tranche della somma di denaro, pari a ventimila euro, a fronte della mancata presentazione all’incontro da parte dell’imprenditore presso l’abitazione dell’intermediario, gli indagati, inconsapevolmente monitorati a distanza dagli investigatori della Polizia di Stato, si sono recati presso il cantiere ove l’imprenditore stava svolgendo la propria attività lavorativa, effettuando diversi transiti, con brevi soste, a bordo di un’autovettura con chiaro atteggiamento intimidatorio. Non paghi dell’intimidazione già effettuata nel corso della mattinata gli stessi, per il tramite dell’intermediario, dopo averlo convocato, lo avrebbero esplicitamente minacciato, intimandogli che entro la giornata odierna avrebbe dovuto consegnare il denaro, pena l’impossibilità di proseguire la propria attività lavorativa sito nel territorio assoggettato al loro controllo.  Il percorso investigativo sopra illustrato, compendiato nell’informativa di reato della Polizia di Stato, ha consentito alla D.D.A. di Lecce di richiedere e ottenere le misure cautelari in carcere eseguite nella giornata odierna”.

Tentata estorsione in odor di Scu: le reazioni

Il sindaco di Mesagne e presidente della provincia di Brindisi Toni Matarrelli esprime “gratitudine alla Magistratura e alle forze di Polizia per l’importante operazione anticrimine di stamattina. I nostri territori sono, nella sostanza, popolati da cittadini onesti e laboriosi, che ogni giorno onorano le comunità a cui appartengono. Noi vogliamo preservarli, assicurando un futuro sempre migliore ai nostri figli”.

Parole al miele anche da parte dell’onorevole Mauro D’Attis, segretario regionale di Forza Italia:
“Questa ennesima azione dimostra che lo Stato c’è nella lotta alla mafia e che i cittadini – in questo caso gli imprenditori – hanno fiducia nelle istituzioni. E’ un aspetto – aggiunge D’Attis – decisamente importante che dà forza agli operatori della legalità”.

 

 

About Author