Alcune navi, in particolare traghetti, sarebbero state autorizzate a lasciare gli ormeggi del porto di Brindisi senza essere sottoposte alle verifiche di sicurezza, il tutto in cambio di denaro: su questa ipotesi che la procura di Brindisi ha notificato cinque informazioni di garanzia, due delle quali a militari della Capitaneria di porto (una donna e un uomo) e a tre imprenditori del settore navale, tra cui armatori di compagnie che operano nel porto di Brindisi. Le ipotesi di reato sono corruzione, tentata concussione e falso in atto pubblico.
Nel corso della delicata inchiesta, condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria del comando provinciale di Brindisi sono stati sequestrati strumenti informatici. In particolare sarebbero stati perquisiti gli uffici dei due militari indagati presso la Capitaneria di porto, oltre alle loro abitazioni. Copia forense di tablet, telefonini e pc è stata effettuata su disposizione della Procura.
L’inchiesta sarebbe partita dalla denuncia di un operatore portuale. In particolare le omissioni di controlli avrebbero riguardato i sistemi antincendio delle navi.
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