BARI – Sarebbe stato ucciso per evitare che diventasse un collaboratore di giustizia o rivelasse particolari sui fatti di sangue che riguardavano la guerra di mala e che avrebbero messo a rischio l’esistenza del clan con condanne a pene perpetue.
Febbraio 2017: nelle campagne di Binetto viene ritrovato il corpo senza vita di Edvin Sadiku, all’epoca 33enne, e ritenuto appartenente al clan Cipriano di Bitonto. Su di lui 12 colpi di una calibro 7,62, che lo hanno raggiunto in sei punti diversi al collo e alla testa.
A distanza di sette anni i carabinieri del comando provinciale di Bari, coordinato dalla Dda del capoluogo, hanno chiuso il cerchio e arrestato il 37enne Francesco Colasuonno, boss del clan egemone a Bitonto. L’uomo è stato raggiunto venerdì scorso dal provvedimento nel carcere di Voghera dove è detenuto perché coinvolto nell’operazione Porta Robustina che nel luglio 2022 avrebbe sgomitato il sodalizio criminale con 25 misure cautelari.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la sera del 3 febbraio 2017, a Toritto lungo la statale 96 in direzione Palo del Colle, Sadiku, sarebbe stato coinvolto da Colasuonno in una rapina a mano armata ai danni di un automobilista. Dopo aver portato via l’auto del malcapitato, i due avrebbero raggiunto – su due mezzi differenti – le campagne di Binetto. Qui Colasuonno avrebbe esploso almeno 12 colpi della 7,62, sei dei quali avrebbero colpito Sadiku a collo e alla testa anche quando era già riverso a terra.
L’accusa per Colasuonno è omicidio volontario premeditato, detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa. L’attività rientra non solo nella faida tra clan di Bitonto ma anche nel contesto d’indagine più ampio che ha riguardato l’omicidio di Anna Rosa Tarantino, avvenuto il 30 dicembre 2017.
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