Situazione drammatica del Taranto che tra mancati pagamenti e dimissioni di Michele Cazzarò, sta vivendo una situazione molto difficile. Intervenuto sull’argomento in esclusiva, parla Nicola Binda, noto giornalista della Gazzetta Dello Sport, uno dei massimi esperti della Serie C.
Il Taranto non è riuscito ad ottemperare alle dovute scadenze imposte per il 16 dicembre. A cosa va incontro la squadra pugliese in termini di penalizzazioni?
“Non so effettivamente se c’è stato il rispetto delle scadenze, si dovrà aspettare il deferimento qualora ci fossero state queste violazioni. Ogni inadempienza avrà almeno due punti di penalizzazione e nel comunicato ufficiale ci sarà scritto se non sono stati pagati: stipendi, irpef e Inps. In questo caso il Taranto non rischierebbe l’estromissione dal torneo”
Ci potrebbe essere il rischio futuro di una estromissione della compagine rossoblù dal campionato?
“Una società viene estromessa se ha due scadenze non pagate consecutive, però in caso di pagamento degli oneri successivo alla data prestabilita, si tratta di ritardo e non di inadempienza. Nel caso in cui invece da qui in avanti vengono versati in ritardo gli emolumenti e ci si dovesse ritrovare di fronte a un prossimo mancato corrispettivo degli oneri, a quel punto la penalizzazione verrebbe scontata nel successivo campionato, proprio come successo al Brindisi lo scorso anno”
Ha seguito la vicenda relativa a APEX e cosa ne pensa a riguardo?
“Non conosco le persone, leggo e constato quello che sta succedendo. Mi sembra che il Taranto non sia finito nelle mani più sicure per il suo futuro. Una nuova proprietà non può cominciare con queste gravi mancanze. A livello istituzionale non è stata una mossa molto brillante. Questa è di sicuro la dimostrazione che Taranto fa gola, perché sulla città jonica c’è un progetto importante in vista dei ‘Giochi del Mediterraneo’ compreso quello che ne conseguirà con la pioggia di denaro che ci sarà sullo sport e sulle strutture sportive. Tutto questo doveva essere un richiamo per investitori seri che con un sostegno del genere avrebbero potuto fare un progetto serio e importante, invece purtroppo davanti alla montagna di soldi si sono avvicinate persone che non hanno quelle caratteristiche sopra citate. Sarebbe stato meglio aspettare che arrivassero investitori importanti.
Ritiene che dopo quanto avvenuto negli ultimi giorni con conseguenti dimissioni di Cazzarò e del suo staff, ci siano ancora le condizioni per fare calcio a Taranto?
“No assolutamente. La città non si merita questa agonia. Non si doveva arrivare fino a questo punto. Chi gestiva il Taranto la scorsa estate avrebbe dovuto dire basta e rinunciare all’iscrizione piuttosto che andare incontro a questa sofferenza continua, uno stillicidio. Se non si hanno 100 euro in tasca per andare in un ristorante stellato, non puoi entrare nel locare e poi pensare come fare per pagare, non esiste, invece chi amministrava il Taranto ha fatto un ragionamento di questo tipo, umiliante per la città. Da qui alla fine sarà un pianto unico”.
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