Dopo la pesante sconfitta casalinga contro Cento, l’HDL Nardò Basket sprofonda in un momento critico e si candida, amaramente, a un Oscar per la rassegnazione. Un 72-99 che brucia non solo per il punteggio, ma per l’atteggiamento: una squadra apparsa svuotata, priva di reazione, smarrita.
Coach Mecacci non si nasconde e affida il suo sfogo a parole dure e amare: “È doveroso chiedere scusa ai tifosi – ha detto – anche se non possiamo continuare a farlo senza cambiare davvero. Non ci siamo presentati. E quando non ti presenti, non si parla neanche di pallacanestro”.
Due sconfitte pesanti in pochi giorni, entrambe in scontri diretti: prima a Livorno, poi al Pala San Giuseppe. E sempre con lo stesso copione: Nardò che smette di giocare dopo pochi minuti, che si lascia travolgere senza reagire. “Cento è venuta qui e ci ha presi a pallonate – continua Mecacci – con noi che siamo stati spettatori. Grave farlo in casa, in una gara che contava”.
L’allenatore granata, come sempre, si assume le responsabilità, ma lancia anche un segnale forte: “Se perdi tutti i rimbalzi offensivi, se sei sempre in ritardo, se ti sciogli alle prime difficoltà, allora il problema è profondo. Sono segnali che c’erano già a dicembre, e oggi sono esplosi di nuovo. Così non si va da nessuna parte”.
Il tecnico ha deciso di annullare il giorno di riposo per tornare subito in palestra: “Mi sembra doveroso dopo una figura del genere. Ma mi chiedo se sia davvero la soluzione giusta. Perché se in campo c’è solo paura, se non c’è aiuto, né durezza, c’è poco da fare”.
Il problema, secondo Mecacci, non è più la classifica: “I play-out si faranno con il fattore campo sfavorevole, e va bene. Ma la vera domanda è: c’è ancora amor proprio in questa squadra? Perché senza orgoglio, senza voglia di lottare, stiamo solo aspettando la fine”.
Nel buio di questa domenica amara, una sola nota positiva: i play-out iniziano l’11 maggio. Due partite ancora da giocare. Due settimane per provare a cambiare rotta. A condizione che si riparta dall’unica vera medicina invocata da Mecacci: ritrovare l’amor proprio.
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