Ancora una tragedia sul lavoro scuote la comunità. Vito Cantisani, 72 anni, è morto cadendo da un’impalcatura da un’altezza di circa due metri in un cantiere in contrada Acqua delle Donne. Solo pochi giorni fa, la Regione aveva pianto la morte di due giovani vigili del fuoco a Nova Siri (MT). Ora, nuovamente, si rende omaggio con le bandiere a mezz’asta.
Giuseppe Palumbo, segretario provinciale dell’Ugl Potenza, ha espresso indignazione: “È inaccettabile continuare a registrare queste morti. Nel 2023, nel nostro Paese, abbiamo contato 1.041 morti sul lavoro. Chiediamo a gran voce al governo di introdurre nuove norme stringenti, incluso il reato di omicidio sul lavoro nel codice penale, e di aumentare i controlli con nuovi ispettori del lavoro”.
Secondo l’Inail, nei primi cinque mesi del 2024, le denunce di infortunio con esito mortale sono state 369 (+3,1% rispetto al 2023). Le denunce di malattie professionali sono aumentate del 24%, raggiungendo quota 38.868. Le denunce di infortunio sul lavoro sono state 251.132 (+2,1% rispetto a maggio 2023), con un incremento significativo degli incidenti nel tragitto casa-lavoro.
I settori più colpiti sono l’Industria e i servizi, con 312 denunce mortali, l’Agricoltura (40) e il Conto Stato (17). A livello territoriale, si registrano incrementi al Sud, nelle Isole e nel Nord-Est, mentre si osservano cali al Centro e nel Nord-Ovest. Le regioni con maggiori aumenti sono Emilia Romagna, Campania, Calabria e Sicilia, mentre i cali più evidenti si registrano in Veneto, Marche, Abruzzo, Umbria e Friuli-Venezia Giulia.
“È una tragedia la morte di un lavoratore – continua Palumbo -, ma diventa ancor più straziante quando a perdere la vita è un uomo di 72 anni. Un tema che va affrontato a 360 gradi. L’Ugl Potenza chiede maggiori controlli, anche attraverso l’utilizzo della polizia locale. La salute e la sicurezza sul lavoro sono diritti fondamentali, non temi elettorali. Questo dramma deve essere debellato”.
La comunità si stringe attorno alla famiglia di Vito Cantisani, un lavoratore che, alla sua età, avrebbe dovuto godersi la pensione, non rischiare la vita su un’impalcatura.
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