I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un sequestro preventivo emesso dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica di Bari – ufficio M.P. – nei confronti di Ruggiero Lattanzio, elemento di spicco dell’omonimo clan della criminalità organizzata nel territorio della provincia di Barletta-Andria-Trani.
Lattanzio era stato più volte condannato per aver promosso e diretto un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Il sequestro riguarda gli eredi universali di Lattanzio: la moglie Maria Fiorella e i figli Emanuele e Salvatore Lattanzio.
Il valore dei beni sottratti alla loro disponibilità ammonta a oltre 2 milioni di euro e comprende sette edifici (una villa, tre appartamenti e tre box auto), una società di capitali denominata Lattanzio s.r.l.s. e il suo patrimonio aziendale, undici veicoli (automobili, autocarri e motocicli) e disponibilità bancarie e finanziarie in sei istituti di credito.
Il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari ha ricostruito la carriera criminale di Lattanzio e gli introiti del suo nucleo familiare, fornendo un quadro indiziario in ordine all’illecita provenienza della sua ricchezza accumulata negli ultimi 30 anni grazie al traffico di droga.
Questo provvedimento rappresenta un importante risultato nella lotta contro la criminalità organizzata e dimostra l’importanza delle indagini finanziarie e patrimoniali nel contrastare le mafie.
La “Normativa Antimafia” è uno strumento prezioso che combatte le nuove forme di manifestazione delle mafie, aggredendo i patrimoni accumulati illegalmente e reimpiegati nella società. In questo caso, gli eredi di Lattanzio erano ignari che il loro patrimonio potesse essere sequestrato dallo Stato e il valore recuperato a favore della collettività.
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