George Puscas, attaccante del Bari, si presenta in conferenza stampa a qualche giorno di distanza dal pareggio di Ascoli, prima apparizione del suo secondo ciclo in biancorosso:
OBIETTIVI E SOGNI – “Sono arrivato in una squadra che ha potenziale, che ha grandi traguardi da raggiungere, che sa cosa vuole fare. Voglio un gran girone di ritorno, sono sempre stato legato a Bari, essendo stata Bari la mia prima esperienza tra i professionisti dopo l’Inter. Ho grandi aspettative e grandi emozioni. Il sogno? Non può che essere il grande traguardo che sta lassù, vogliamo provare ad andare in Serie A. Alla Nazionale ci penserò quando sarò lì, ora penso solo al Bari”.
LA TRATTATIVA – “Io ho dato il mio ok, poi le società si sono parlate, non so bene cosa è successo. Tutti e due club conoscevano la mia volontà, io aspettavo solo il via libera, ero pronto”.
IL PRESTITO SECCO – “Che sia prestito secco o con obbligo, io sono venuto qua con grandi motivazioni. Ho voglia di dare tutto me stesso, ho voglia di giocare. A me basta giocare, che sia per due mesi o per più mesi non importa. Nel futuro chissà che succederà, le trattative si sviluppano sempre se si fa bene”.
LA SUA CARRIERA – “Ogni giocatore ha il suo percorso, ogni giocatore deve essere gestito bene. Io alla doppia cifra non ci penso, ogni stagione va valutata sulla base di tante componenti, dagli infortuni alla concorrenza che c’era in squadra. Mi piacerebbe anche fare dieci assist, oltre che raggiungere la doppia cifra. Ciò che conta alla fine è l’obiettivo della squadra però”.
POSSIBILE ARRIVO IN ESTATE – “Il direttore mi ha chiamato, ha chiamato i miei agenti fin dall’estate. Io però facevo parte del progetto del Genoa, volevo affermarmi in A lì, volevo giocarmi le mie carte. Tutti hanno nella loro testa l’obiettivo di giocare in A. Poi non ho trovato grande spazio e Bari a quel punto era la prima scelta, il direttore mi ha fatto subito capire di volermi tanto, questa è la cosa più importante per un calciatore”.
LA PRIMA AVVENTURA NEL 2014/2015 – “Non sono tornato a caso, se sono tornato è perché ho fatto qualcosa di importante, all’epoca perdemmo contro il Novara ai playoff in una partita incredibile. Ora voglio riprovare a fare quel salto. Nove anni fa ero un bambino, ora ho più esperienza, sono più maturo”.
ASCOLI – “Dobbiamo migliorare nel chiudere la partita, sul 2-0 si può continuare ad attaccare o si può anche tenere il risultato. Dovevamo portarla a casa, mi dispiace, giocavamo su un campo difficile. Non succede tante volte di essere sopra di due gol in trasferta, è stata come una piccola sconfitta. Dobbiamo andare avanti però, dobbiamo prenderci il punto incazzati e dobbiamo provare a vincere d’ora in avanti senza fare gli stessi errori. Il Bari deve sempre provare a vincere. Ripartiamo da come abbiamo giocato nei primi 30 minuti e facciamone così almeno 70-80”.
CONDIZIONE FISICA – “Fisicamente sto bene, è solo una questione di minutaggio. Ho bisogno di giocare, ultimamente non l’ho fatto tanto”.
IL GOL AL BARI CON IL GENOA L’ANNO SCORSO – “La non esultanza? Vuol dire che Bari l’avevo sempre dentro, segnai sotto la Curva sotto la quale avevo segnato per l’ultima volta qui con la tristezza dentro. Ho sempre rispetto per i tifosi delle squadre in cui ho giocato, ora voglio poter esultare sotto quella Curva. Voglio rendere felice la gente di Bari”.
DI CESARE – “Ha fatto un grande pressing, mi ha scritto sempre, mi ha cercato, mi voleva far capire cosa significava giocare nel Bari. Io però non avevo bisogno di conferme dagli altri, a Bari ho giocato, conoscevo l’importante della società. Mi ha fatto tanto piacere, però, vedere un capitano con così tanta voglia di giocare e di portare il Bari lassù. Mi fa effetto giocare qui, in un club con così tanta storia”.
IL REPARTO OFFENSIVO – “Vale tanto questo Bari a livello offensivo, possiamo fare tanto. Con giocatori e nomi del genere, che hanno tanta esperienza, si può fare bene. Dobbiamo solo trovare il modo di metterci a disposizione della squadra e di trovare il giusto sincronismo. Più si scende in campo da amici, più forti si è”.
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