Nell’ambito dell’inchiesta sulla realizzazione dell’ospedale Covid nella Fiera del Levante di Bari, la Procura ha fatto notificare la proroga delle indagini a tre persone. Si tratta di Mario Lerario (ex capo della Protezione Civile Puglia, già agli arresti domiciliari); Antonio Mercurio, funzionario regionale e responsabile unico del procedimento; e Domenico Barozzi, legale rappresentante dell’azienda appaltatrice, la Cobar.
Le accuse a vario titolo sono di falso in atto pubblico, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Solo Lerario risponde anche del reato di corruzione. La notizia è riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. L’inchiesta riguarda la procedura di affidamento dei lavori e i costi di realizzazione dell’ospedale che ammontano – ricorda il quotidiano – a circa 25 milioni di euro.
Le indagini si starebbero concentrando in particolare sulle opere aggiuntive, per circa 9 milioni, ordinate e pagate all’Ati Cobar-Item Oxygen con la firma di Mercurio. e sulla loro effettiva realizzazione. Secondo il quotidiano, il fatto che la proroga firmata dal gip Anna Perelli parli di “attività illecita in atto” confermerebbe che alla base delle ipotesi di accusa ci sono le perizie tecniche secondo cui i lavori realizzati non corrisponderebbero a quelli pagati. Allo stesso tempo – sostiene il quotidiano – la scelta della turbata libertà del procedimento significherebbe che – secondo l’accusa – gli affidamenti della Protezione civile sarebbero stati “costruiti” ad hoc per chi doveva vincerli.
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