BARI – Al momento l’ipotesi più accreditata è quella dell’omicidio per un regolamento di conti maturato – con tutta probabilità – nel mondo della droga. Potrebbe essere questo il movente che ha portato all’omicidio – la sera di Pasquetta – di Raffaele Capriati, conosciuto da tutti come Lello, nipote del capoclan di Bari Vecchia, Tonino, ucciso probabilmente da due persone a bordo di una moto mentre in auto attraversava via Bari a Torre a Mare, quartiere a sud del capoluogo.
Forse i rivali non avrebbero gradito il ritorno sulla scena di un personaggio molto temuto e molto determinato a ribadire il controllo della famiglia Capriati sul territorio anche verso il sud barese. Capriati era uscito di prigione da poco più di un anno e mezzo dove aveva scontato 17 anni di reclusione per l’omicidio di Michele Fazio avvenuto nel 2001. Secondo una prima ricostruzione Capriati sarebbe stato in auto con una donna quando gli si sarebbe affiancata una moto, da cui qualcuno ha sparato più volte con una pistola automatica e a distanza ravvicinata. Quattro i colpi: tre alla testa e uno alla spalla. Sarebbe morto appena arrivato al Policlinico di Bari. Ad avvisare il 118 sarebbe stata la donna che sarebbe poi fuggita a bordo dell’utilitaria facendo perdere le sue tracce.
Già nelle scorse ore sono stati ascoltati i parenti della vittima da squadra mobile e pm Grazia Errede. Al setaccio i social di amici e congiunti e le telecamere di videosorveglianza della zona ma l’indagine non avrebbe ancora trovato testimoni oculari dell’agguato.
Intanto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, di concerto con il prefetto, ha convocato il Comitato per l’ordine e la sicurezza per giovedì, innalzando il livello di attenzione su tutto il territorio cittadino e spiegando: “La città non può vivere nel terrore”. E giovedì sarà anche il giorno dell’autopsia.
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