BARI – “Quando ho visto il ragazzo a terra in una pozza di sangue, ho avuto paura e sono scappato”. Si è giustificato così agli inquirenti che mercoledì scorso lo hanno fermato con l’accusa di omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga, Francesco Milella, il 71enne ritenuto responsabile dell’incidente che domenica scorsa, ha causato la morte del 21enne Giovanni Vittore, sul lungo rettilineo di via gentile, al quartiere Japigia di Bari.
Dopo 52 ore gli inquirenti hanno chiuso il cerchio partendo dalle immagini di videosorveglianza che mostravano benissimo quanto accaduto: questa moto bianca che all’altezza del sacrario dei Caduti d’Oltremare fa un’inversione a U dove c’è una cunetta senza accorgersi del sopraggiungere del 21enne in moto il quale frena bruscamente, impatta prima con il mezzo di Milella e poi scivola rovinosamente sull’asfalto per metri. A quel punto il 71enne vede il ragazzo riverso a terra nel sangue e scappa via. Viene rintracciato dalla polizia locale di Bari nella sua casa di Sannicandro con la moto ancora ammaccata. Ora è in stato di fermo nel carcere di Bari in attesa dell’udienza di convalida.
Dalle prime analisi autoptiche è emerso che il ragazzo era ancora vivo quando è arrivata l’ambulanza allertata da una donna di passaggio che si era accorta del ragazzo per strada.
Intanto nelle scorse ore amici e parenti commossi si sono stretti intorno alla famiglia Vittore per dare l’ultimo saluto a Giovanni, nella chiesa di San Marco. I palloncini bianchi sono stati liberati all’uscita della bara del ragazzo nel dolore composto di una famiglia che piange l’ennesima vittima della strada.
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