“Sono in corso le indagini da parte della magistratura. Chiediamo loro risposte in tempi brevi e, perché no, la divulgazione di quella parte delle immagini di videosorveglianza che scagiona senza ombra di dubbio un possibile coinvolgimento da parte di un qualsiasi mezzo, soprattutto militare, così come ribadito dagli investigatori”.
Lo chiede Nicola Magno, segretario regionale Puglia del nuovo sindacato carabinieri, riferendosi all’inchiesta della procura di Bari sulla dinamica dell’incidente stradale avvenuto nella notte tra il 21 e il 22 giugno nel capoluogo pugliese, in cui è morto il 27enne Christian Di Gioia, che a bordo della sua moto non si sarebbe fermato all’alt dei carabinieri.
Dopo l’incidente sui social sono state pubblicate minacce di morte ai carabinieri da parte di chi ritiene ci siano responsabilità dei militari nella caduta di Di Gioia, ipotesi esclusa dalla Polizia Locale.
L’auto con il feretro del motociclista, inoltre, è stata fatta passare contromano davati al carcere di Bari, scortata da numerosi scooter. Due persone sono state arrestate per aver minacciato in strada dei carabinieri e per aver mandato in frantumi il lunotto della loro auto di servizio.
Episodi che, secondo Magno, “riconfermano che vi è una conclamata e paradossale criticità di sicurezza nelle strade di Bari, laddove, la parte marcia, si prende gioco dei servitori dello Stato, come se fossero al di sopra della legge, intoccabili. Inutile negare che siamo spesso strumentalizzati e fatti passare come l’anello debole della catena c’è chi vorrebbe l’Esercito per le strade, in supporto alle forze dell’ordine, ovviando così al problema della reale necessità di rafforzare gli organici”, conclude Magno.
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