È il giorno dei volti nuovi in casa Bari: presentati Giuseppe Magalini e Moreno Longo, rispettivamente nuovo direttore sportivo (il vice sarà Valerio Di Cesare) ed allenatore biancorosso. Queste le loro prime parole.
MAGALINI – È un piacere essere qua. Sono qui con gioia ed entusiasmo. Non pensavo che potesse succedere q me di venire a Bari. Dal mio punto di vista ci sono le condizioni ottimali per fare bene. Faccio pochi proclami ma ho voglia di fare. Lavoriamo insieme per fare un campionato importante. Abbiamo scelto insieme Longo per fare il percorso giusto. So i valori umani e tecnici di Longo. Stiamo analizzando insieme al mister l’assetto. In virtù di questo si analizzeranno tutti i reparti”.
LONGO – “Volevo ringraziare presidente e direttore per avermi dato opportunità. Bari era in cima alla lista delle squadre in cui volevo venire a lavorare. In una call ho detto che Bari non si può rifiutare. Bari ha portato più di 50mila persone in una finale playoff e 33mila in una finale playout. Già basta per dare tutto me stesso. Sono molto legato a questa terra, ho mamma barese e parenti qui. Credo che il senso di appartenenza a questa terra sia forte e sia stato un elemento in più per accettare questa piazza. Voglio una squadra propositiva, che conduca la partita, che non speculi e che provi sempre a vincere. La base deve essere solida e di valori. I moduli possono attecchire solo se lo spogliatoio risponde. Voglio che chi guarda la partita si possa rispecchiare nei giocatori. Organico? Abbiamo impellellenze. Dobbiamo riempire con giocatori funzionali, poi faremo i giovani. Ultima stagione? A Como esonerato sul più bello, esonerato a tre punti dalla Serie A. Oggi opportunità che affronto con energia e voglia. Non prometto situazioni, sono molto concreto. Non sono un allenatore possilizzato sui numeri. Il calcio sta andando verso il riempimento degli spazi. La squadra avrà principi saldi e chiari. Sulle posizioni non vedrete una squadra che adopererà sempre lo stesso spartito. Credo che siano necessari due giocatori per ruolo anche per i cinque cambi. Non mi piace una rosa troppo larga”.
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