Si accende il dibattito a Bari sulle possibili limitazioni alle nuove aperture di pubblici esercizi nel centro cittadino. A sollevare il caso è Savino Montaruli, presidente dell’Associazione UniPuglia, che ha definito la situazione “tragicomica” e ha lanciato accuse dirette all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vito Leccese.
Secondo Montaruli, la proposta avanzata dall’assessore alle Attività Economiche, Pietro Petruzzelli, di introdurre restrizioni per le nuove attività nei quartieri centrali della città contrasta con le stesse politiche del Comune. “Prima si individuano le zone centrali come aree da incentivare economicamente con i fondi DUC, poi si cerca di scoraggiare le nuove aperture. È un atteggiamento schizofrenico”, ha affermato il sindacalista.
Critiche alle restrizioni e appello all’Autorità Garante
Montaruli ha respinto con forza l’idea di “aperture selvagge” nel settore: “Tutte le regole e le norme vengono rispettate rigorosamente. Gettare fango su un’intera categoria di pubblici esercenti è inaccettabile”. Ha poi ricordato che, dal 2012, il regime autorizzatorio per i pubblici esercizi è stato sostituito dalla Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), e ogni intervento restrittivo del Comune sarebbe “illegittimo e contrario alle leggi vigenti”.
L’associazione UniPuglia ha annunciato di essere pronta a rivolgersi all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) per contrastare eventuali provvedimenti comunali, ritenuti “discriminatori” verso le nuove imprese. “Se il Comune dovesse imporre distanze minime o altre limitazioni, sarebbe inevitabile un ricorso che potrebbe creare un terremoto legale”, ha avvertito Montaruli.
Le zone centrali nel mirino
Tra i punti più critici, Montaruli ha sottolineato l’incoerenza dell’amministrazione, che con il Documento Strategico del Commercio (DSC) aveva già individuato le aree centrali e storiche come destinatarie di fondi per la valorizzazione del commercio. “Ora si vorrebbero limitare le aperture proprio in quelle zone, mentre chi già opera continuerebbe a godere dei benefici. È un paradosso che penalizza le nuove imprese e favorisce una concorrenza sleale”, ha dichiarato.
L’attivista sindacale ha concluso con un appello al sindaco Leccese: “Serve un tavolo di confronto urgente con tutte le parti interessate. Le imprese che investono a Bari meritano rispetto, non populismo e propaganda politica”. La polemica resta accesa, e UniPuglia promette battaglia per difendere i diritti della categoria.
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