“Siamo solo all’inizio, il duro lavoro deve ancora cominciare. Sono ampiamente soddisfatto, anche per le proporzioni del voto, che fanno capire quanto sia importante questo risultato. Ha vinto il sistema Leccese, sinonimo di energia, pulizia, leali e valori. Sarò il sindaco di tutti, ma in particolar modo di coloro che non hanno partecipato al voto sentendosi trascurati: a questa gente voglio restituire la fiducia nelle istituzioni della città. Spero che in consiglio comunale si possa ricomporre il rapporto dialettico nell’interesse esclusivo della città. Voglio ringraziare Michele Laforgia: mi ha costretto a una campagna faticosa per il primo turno, ma per il ballottaggio lui e la sua coalizione mi hanno sostenuto lealmente. Ringrazio anche i consiglieri comunali che hanno lavorato nell’ultima consiliatura, augurando buon lavoro a quelli che subentreranno“. Così Vito Leccese, neo eletto sindaco di Bari, commentando dal suo comitato la vittoria su Fabio Romito (Centrodestra) al ballottaggio.
“Chi polemizza sulla bassa affluenza non ricorda che al ballottaggio è sempre minore – aggiunge Leccese – Nel 2014, con Decaro, la partecipazione fu del 36% oggi abbiamo il 40%, siamo andati oltre il dato fisiologico dell’astensionismo al primo turno. Ho apprezzato molto la telefonata di un’ora fa di Fabio Romito che ha riconosciuto la sconfitta e mi ha fatto gli auguri di buon lavoro. Ho apprezzato questo gesto anche perchè nei 15 giorni di campagna per il ballottaggio i toni si erano molto elevati, con alcune prese di posizione che puntavano a demolire la coalizione di liste e partiti che rappresento. E mi additiva come esponente del ‘sistema Leccese’. Ovviamente con questo risultato posso dire che ha vinto il sistema Leccese che è un sistema solare che di energie e di forze fresche e pulite. Il termine che ho utilizzato il 25 febbraio scorso, temperanza, sarà il principio ispiratore della mia azione politica e di rapporto con l’opposizione. Ringrazio i volontari che mi hanno sostenuto, tutti coloro che si sono messi gratuitamente al servizio di un progetto politico”.
“Mi ha chiamato Elly Schlein che è venuta 3 volte qui, l’ho sentita vicina e fiduciosa anche quando era spaventata dalla divisione della coalizione. Oggi possiamo festeggiare la vittoria del Centrosinistra unito. Rivendico un dato politico, la scelta più importante in termini di novità: abbiamo cinque donne presidenti dei cinque municipi. Lo slogan Andiamo è diventato un fil rouge, anzi un filo verde e oggi diventerà lo slogan della città che deve essere capace di migliorarsi anche nella sua capacità di dare a tutti le stesse opportunità e diritti. Bari è una città che vuole andare avanti e allora andiamo”.
Chi è Vito Leccese
Vito Leccese, 62 anni e per 20 capo gabinetto prima di Michele Emiliano poi Antonio Decaro al Comune, è il nuovo sindaco di Bari. Per due decenni ha lavorato nell’ombra, adesso toccherà a lui amministrare direttamente la città.
Laureato in Scienze politiche, la sua carriera politica inizia molto presto, quando nel 1985, a 23 anni non ancora compiuti, si candida nella lista dei Verdi venendo eletto consigliere comunale. Si fa portavoce delle istanze ambientaliste e pacifiste, si batte per le ville storiche di Bari e, nel frattempo, diventa anche presidente di Legambiente Bari.
Fu impegnato nella vittoriosa campagna referendaria contro il nucleare e poi divenne assessore con Enrico Dalfino sindaco. Leccese conosce la macchina amministrativa non solo per averla diretta da capo Gabinetto, ma anche per gli anni da consigliere comunale fino 1995.
In mezzo, nel 1992 viene eletto anche deputato tra la lista dei Verdi nella circoscrizione Bari-Foggia con oltre 5mila preferenze a soli 29 anni. Dopo lo scioglimento del Parlamento, si ricandidò, ma fu sconfitto da Pinuccio Tatarella.
La sua esperienza politica prosegue da consigliere regionale e comunale tra il 1995 e il 1996, prima di tornare in Parlamento nel 1996 tra le fila dell’Ulivo. Dal 1999 al 2000 è stato assessore nella giunta provinciale di Bari presieduta da Marcello Vernola.
Dopo aver fallito nel 2001 il ritorno in parlamento, decide di passare dall’altra parte della “barricata” e mettere la sua esperienza a supporto prima di Emiliano sindaco e poi di Antonio Decaro.
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