Bari, guerra tra clan a Carrassi: condanne definitive

BARI – Sono diventate definitive le condanne – dai 17 ai 20 anni – delle sette persone arrestate a fine marzo 2021 coinvolte nella guerra tra clan del quartiere Carrassi di Bari. Da una parte i Palermiti – Anemolo; dall’altra il clan Capriati, che si stava affacciando nel rione.

Casus belli: il passaggio di uno degli affiliati Anemolo – Fabiano Andolfi – tra le fila dei Capriati. Per questo fu ucciso il 14 gennaio 2018 dando il via a una vera e propria guerra di mala tanto da indurre gli affiliati a girare per la città a mano armata. A cinque mesi di distanza, poi, e il tentato omicidio di Filippo Cucumazzo, uno degli autori materiali dell’omicidio Andolfi, il 7 giugno 2018.

L’omicidio, nei giorni successivi ha creato un clima di tensione che ha visto vere e proprie scorrerie armate, finalizzate alla reciproca eliminazione degli affiliati. La situazione pericolosa ha reso necessari numerosi interventi da parte degli investigatori, come l’arresto del 10 febbraio 2018 di Roberto Mele (fratellastro di Fabiano Andolfi che, per vendetta, aveva consumato una rapina a mano armata e si aggirava per il quartiere Carrassi alla ricerca dei suoi nemici). A distanza di tre mesi, le fibrillazioni armate nel clan Anemolo hanno reso necessari ulteriori interventi repressivi: nella prima decade del mese di giugno, infatti, Vincenzo Anemolo aveva ordinato l’omicidio di Filippo Cucumazzo che, scampato all’agguato (7 giugno 2018) era stato protagonista di una vera e propria caccia all’uomo finalizzata a eliminare sia gli attentatori sia il mandante Vincenzo Anemolo. Il 13 giugno 2018 sono stati così arrestati Giuseppe Caputo e Giovanni De Benedictis (già autori del tentato omicidio di Filippo Cucumazzo). In questo scenario, le condanne definitive coinvolgono il capo clan Vincenzo Anemolo, Caputo, Francesco Cascella, Cucumazzo, De Benedictis, Maurizio Donato Di Cosimo e Mele, per omicidio, tentato omicidio, distruzione, soppressione e occultamento di cadavere porto e detenzione di armi, in concorso e tutti aggravati dal metodo mafioso.

 

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