BARI – “Perché li hai denunciati? Non avresti dovuto farlo”. Sarebbe questo il contenuto di una conversazione tra l’uomo che ha denunciato l’estorsione e la sua ex moglie. Era febbraio scorso. La segnalazione ai carabinieri fece scattare l’operazione che meno di cinque mesi fa portò in carcere due affiliati al clan strisciuglio di 21 e 25 anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Lui, un carrozziere di Palese, aveva pagato ingenti somme di denaro negli anni, sin dal 2015, agli appartenenti al clan. Cinquemila euro l’ultima volta, oltre a numerose riparazioni gratuite di mezzi come moto e auto e risarcimenti per lavori fatti male. In tanti si sarebbero avvicendati nella carrozzeria dell’uomo; in tanti, volto scoperto, Lo avrebbero minacciato anche con le armi. Quei soldi servivano per mantenere i sodali in carcere, ad aiutare le loro famiglie e a pagarne gli avvocati, come emerge dalle intercettazioni. E dal carcere arrivavano anche videochiamate all’uomo con tanto di minacce. Nove anni di vessazioni hanno portato il carrozziere a denunciare nonostante financo la ex moglie fosse d’accordo. E questo fa capire agli inquirenti che il clan striaciuglio, il cui capo “benzina” Saverio Faccilongo è al 41 bis, avrebbe problemi di liquidità. In tutto, 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Di questi, sette già in stato di detenzione. L’invito quindi è a denunciare, tenendo anche alta l’attenzione sul tema dei telefonini nelle carceri.
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