Avrebbero architettato e messo a punto un “disegno criminoso” per incastrare il nuovo compagno della ex moglie di uno dei due, facendo in modo che risultasse in possesso di cocaina durante un controllo della Guardia di finanza.
Non si sa attraverso chi né come – le indagini non lo hanno chiarito – ma sarebbero riusciti, l’uno come “istigatore” e l’altro come “esecutore del programma criminoso” a piazzare la droga nell’auto della vittima (la cui unica “colpa” sarebbe stata quella di aver cominciato una relazione con l’ex moglie di uno dei due) e a far sì che questa venisse controllata dai militari, provocandone quindi l’arresto in flagranza di reato.
Protagonisti di questa vicenda, approdata oggi in Tribunale con l’udienza preliminare, sono due personaggi molto conosciuti e stimati della politica barese, gli avvocati Gaetano Filograno e Nicola Loprieno, accusati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Il primo, docente di diritto privato dell’università Lum, in passato ha ricoperto alcuni ruoli nel centrodestra cittadino ed è considerato uno dei possibili candidati della coalizione Fratelli d’Italia-Forza Italia-Lega alla corsa a sindaco di Bari nel 2024. Il secondo è invece un consigliere comunale della maggioranza di centrosinistra, eletto quattro anni fa nelle file della lista “Decaro Sindaco”.
La vicenda ha inizio nel 2014, quando un imprenditore della provincia di Bari, residente nel capoluogo pugliese, nuovo compagno della ex moglie di Filograno, denuncia l’avvocato per minacce e stalking nei suoi confronti. Pochi giorni dopo, il controllo della finanza e il successivo arresto in flagranza, in quanto trovato in possesso di oltre 20 grammi di cocaina.
In casa fu trovato e sequestrato un “bilancino di precisione” che alla fine si rivelò essere semplicemente una bilancia per alimenti: tre anni dopo l’imprenditore fu assolto con formula piena e, dopo la sentenza, denunciò Filograno per calunnia. L’intervento di un testimone, nel 2020, ha dato vita all’indagine coordinata dai pm di Bari Savina Toscani e Claudio Pinto, oggi approdata in udienza preliminare (e rinviata al 25 settembre).
Insieme ai due avvocati è imputato anche l’ex finanziere che coordinò la perquisizione a danno dell’imprenditore, Enzo Cipolla, accusato di tentata corruzione in atti giudiziari. Cipolla, intervenuto nel processo a carico dell’imprenditore come testimone, avrebbe chiesto all’imprenditore 15mila euro per consegnargli una lista di domande che l’avvocato avrebbe potuto porgli in udienza per smontare l’accusa di spaccio. La richiesta di patteggiamento di Cipolla non è stata accolta, Filograno ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato.
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