Lasciare da eroe o riprovarci ancora nella speranza di conquistare quel traguardo sfumato per 120 secondi poco meno di un anno fa? E’ questo il dilemma che senza dubbio sta affollando la mente di Valerio Di Cesare in queste prime ore di libertà, successive al grande sospiro di sollievo di giovedì sera. Se il Bari anche il prossimo anno potrà ancora giocare in Serie B, il merito è anche e soprattutto del suo capitano, faro in un’annata di tempesta, leader di uno spogliatoio che spesso e volentieri non si è dimostrato unito e autore di tutti i gol decisivi del finale di stagione: dallo splendido destro a giro dal limite che diede ai biancorossi il pareggio contro il Parma alla botta di violenza e di precisione che mise in cassaforte il ritorno alla vittoria nell’ultima di campionato contro il Brescia, fino ad arrivare al capolavoro dei capolavori, la semi-rovesciata volante che ha sbloccato il ritorno dei playout al Liberati contro la Ternana nel giorno del 41° compleanno. Altro che centrale difensivo, il vero bomber della formazione pugliese in questa stagione è stato proprio lui, chiamato adesso a scegliere il da farsi.
Il suo contratto scadrà tra poco più di un mese, ma è chiaro che se optasse per non appendere gli scarpini al chiodo la società non si opporrà. Un’ipotesi, quest’ultima, che sembrava essere piuttosto remota fino a qualche giorno fa, fino a quando – nell’immediato post gara di Terni – il numero 6 ha lasciato intendere di non aver ancora preso una decisione definitiva sull’argomento. Comunque andrà, il suo futuro sarà a Bari; resta solo da comprendere se sul terreno di gioco o all’esterno dello stesso, magari – perché no – come direttore sportivo, ruolo che in teoria potrebbe già rivestire, avendo passato l’esame a Coverciano nell’aprile del 2023. Tutto in questo senso, però, passerà prima da quello che sarà il futuro dell’attuale uomo mercato biancorosso Ciro Polito.
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