“Ma è un santone o un medico? Ho capito chi è il collega, non è la prima volta, ho raccolto altre lamentele. Mi sento in difficoltà, quello che le è stato proposto non ha alcun fondamento scientifico. Tra poco lo sentirò sui giornali”. Queste parole, ascoltate oggi (giovedì 4 luglio) in tribunale a Bari, sono state pronunciate dalla ginecologa Grazia Nacci durante una telefonata con una paziente, presunta vittima del ginecologo barese Giovanni Miniello.
Miniello, 71 anni, è imputato per violenza sessuale (tentata e consumata) e lesioni personali su 20 sue pazienti, 19 delle quali costituitesi parte civile. Le donne lamentano di aver subìto manovre non convenzionali durante visite ginecologiche. Secondo l’accusa, Miniello avrebbe anche proposto ad alcune pazienti di avere rapporti sessuali con lui per curare il papillomavirus e prevenire il tumore dell’utero.
Il caso divenne di dominio pubblico dopo la messa in onda di due servizi della trasmissione ‘Le Iene’, il 16 e il 23 novembre 2021. Alle pazienti, ha riferito in aula la ginecologa Nacci, veniva detto che in Italia c’erano due vaccinati in grado di curare il papilloma virus attraverso rapporti sessuali, e “uno di questi era lui, l’unico a Bari”.
Durante l’udienza è stata ascoltata anche una presunta vittima, ex studentessa di medicina, che avrebbe ricevuto la proposta di rapporti sessuali con Miniello per curare il papilloma virus. La giovane ha dichiarato di non aver denunciato immediatamente Miniello per paura di compromettere il suo percorso di studi. All’epoca, Miniello era docente della scuola di specializzazione in ginecologia. La presunta vittima ha affermato di aver preso coscienza di quanto accaduto solo dopo aver visto i servizi de ‘Le Iene’, ma di aver temuto di non essere creduta. Il processo riprenderà il 19 settembre.
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