Vincere per conquistare la salvezza e riscattare, almeno parzialmente una delle stagioni più brutte e travagliate dell’era moderna, tornare a casa con il bottino pieno per spezzare una serie di maledizioni che in queste ore non consentono di nutrire grande ottimismo: il Bari si appresta ad affrontare la Ternana, nel ritorno dei playout di Serie B, con questi chiari diktat nella testa. Al Liberati tra qualche ora andrà in scena la partita che vale il futuro e il destino del club biancorosso, club che però quando si è trovato a scendere in campo in terra umbra ha spesso fatto grande fatica: sono appena tre i successi ottenuti dai pugliesi in casa dei rossoverdi, l’ultimo dei quali arrivato addirittura poco più di sei anni fa, il 24 febbraio del 2018, con un 2-1 griffato dalle firme di Henderson e di Marrone; 10 i segni X, tra i quali anche lo 0-0 maturato lo scorso 3 settembre alla quarta giornata di questo campionato, ben 11 le sconfitte, la più recente delle quali risalente allo scorso campionato, all’1-0 targato Partipilo.
Insomma, non esattamente una tradizione positiva, anche in riferimento a quello che avvenne in C nella stagione 2020/2021, con le Fere che battendo il Bari tra le mura amiche per 2-1 posero fine alle sue speranze di rimonta e di fatto si lanciarono definitivamente verso la promozione diretta in Serie B. C’è poi tutto il capitolo, ormai noto, dedicato ai playout e a mister Breda, fatali rispettivamente un ventennio e un decennio fa: nel 2004 fu il Venezia a spedire in C i biancorossi dopo il doppio spareggio salvezza, mentre nel 2014 toccò al Latina, allenato proprio dall’attuale allenatore rossoverde, interrompere in semifinale playoff la magica cavalcata della meravigliosa stagione fallimentare. Insomma, da un tabù all’altro, senza alcuna soluzione di continuità: 90 minuti per sfatarli tutti, tornando a quel sorriso esterno assente da quasi sette mesi. Non sarà semplice, ma è obbligatorio quantomeno provarci.
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