BARI – Ha 25 anni Francesca. Da due anni lavora come infermiera al triage del pronto soccorso dell’ospedale Di Venere di Bari. Il 14 gennaio scorso ha subito un’aggressione da parte di una donna che avrebbe preteso di essere curata prima di un uomo che aveva appena subìto un infarto. Lei, invece, solo una ferita al dito.
Casi come questi sono frequenti nei nosocomi della Asl Bari. Prese di mira, di solito, sono dottoresse e infermiere (più dei colleghi maschi). Nella maggior parte dei casi, si tratta di aggressioni verbali, anche abbastanza violente. Ma in qualche caso (5 sulle 42 denunciate nel 2022) sono anche fisiche. E chi ci va di mezzo sono sempre gli operatori che svolgono semplicemente il proprio lavoro. Per superare questo fenomeno, la Asl Bari, in accordo con la prefettura del capoluogo, attiverà da fine mese un vero e proprio pulsante, installato in tutti i pronto soccorso e guardie mediche di competenza territoriale, e collegato direttamente con le forze dell’ordine affinché si possa intervenire tempestivamente. L’iniziativa è stata presentata durante la giornata “proteggiamo chi cura”, organizzata dall’Azienda Sanitaria del capoluogo.
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