Arresto Raduano: i fiancheggiatori, la fuga e la vita in Corsica

BARI – Erano sulle sue tracce da alcuni giorni i carabinieri del comando provinciale di Foggia e dei Ros di Bari che nelle scorse ore hanno arrestato Marco Raduano, boss della mala garganica, latitante da poco meno di un anno, evaso calandosi dalle mura della prigione di massima sicurezza di Badu ‘è Carros a Nuoro, con delle lenzuola annodate tra loro. La sua fuga sarebbe stata ricostruita in parte: su questo gli inquirenti ci stanno ancora lavorando come starebbero lavorando sulla rete dei fiancheggiatori che gli hanno concesso un anno di libertà in giro tra Sardegna e Corsica con documenti italiani falsi. Ed è proprio sull’isola francese che il latitante è stato individuato e fermato. Nelle ultime settimane avrebbe dormito in diversi residence e poi si sarebbe spostato in alcuni paesi della costa orientale. Ma giovedì pomeriggio, arrivato ad Aleria, duemila anime tra vigneti e parco archeologico, il 40enne era pronto a godersi una cena in un ristorante di lusso sul mare in compagnia di una donna con cui pare avesse da tempo una relazione ma non ha fatto neanche in tempo ad ordinare, che sono arrivati ad arrestarlo.

Per gli inquirenti, dal momento dell’arresto e poi dopo la fuga, il boss sarebbe sempre rimasto in contatto con i suoi uomini e familiari. Sul fatto però che Raduano, durante la latitanza, sia tornato anche in Puglia non ci sono certezze. Ex braccio destro del boss Angelo Notarangelo, ucciso nel 2015, aveva capeggiato gli scissionisti viestani. Il 21 marzo 2018 avevano cercato di ucciderlo, poche ore dopo che a Foggia 40mila persone avevano manifestato insieme a Libera contro le mafie. Nello stesso anno era arrivato l’arresto.

 

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