BITONTO- Avrebbe segnato con la colla la porta dell’appartamento da svaligiare e raggiunto il luogo in monopattino: un presunto topo d’appartamento è stato identificato e arrestato dai poliziotti.
È accaduto a Bitonto quando gli agenti del locale commissariato hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico un uomo di 34 anni di origine georgiana e residente a Bitonto, nella quale vengono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) in relazione al reato di furto in abitazione, avvenuto a Bitonto il 24 giugno 2022.
Il provvedimento scaturisce da un’indagine dei poliziotti del commissariato di Bitonto; a seguito della comparazione dei dati forniti dalle vittime in sede di denuncia e delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza installati nella zona in cui sono stati commessi i reati, è stato individuato il presunto responsabile di un furto in appartamento, in occasione del quale sono stati sottratti ai proprietari diversi gioielli in oro e alcuni orologi, tra cui un Rolex.
Il modus operandi del presunto ladro: contrassegno con la colla sulla porta e l’arrivo in monopattino
Il presunto responsabile, dopo alcuni “sopralluoghi”, avrebbe contrassegnato, utilizzando della colla, i battenti della porta di ingresso del luogo in cui si sarebbe recato per effettuare il colpo.
Tale modus operandi è stato rilevato dagli investigatori, grazie anche alle numerose segnalazioni giunte in commissariato, e ha consentito di individuare l’indagato che è stato fermato e sottoposto a perquisizione. Presso la sua abitazione è stato trovato e sequestrato il materiale utilizzato per commettere i furti: indumenti, un monopattino elettrico e uno zaino contenente attrezzi atti allo scasso (numerose chiavi adulterine per porte blindate e tubetti di colla).
Il gip del Tribunale di Bari ha emesso il provvedimento restrittivo, contestando altresì l’aggravante di aver commesso il fatto mentre l’indagato era ammesso alla misura alternativa dell’obbligo di firma. Tratto in arresto, è stato condotto nel carcere di Bari.
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